Allarme Hiv, in Italia 5 casi ogni 100 mila residenti

    Proteggersi è importante e ancora di più è informarsi. Parliamo di Hiv, una patologia che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e sulla quale ancora non si è giunti ad una cura efficace. Il dato allarmante arriva però anche dall’Italia dove, solo nel 2017, sono state registrate 3.443 nuove diagnosi di Hiv, che vengono tradotte in 5,7 nuovi casi ogni 100 mila residenti. Il 34,3% di questi è di nazionalità straniera. 690 i casi di Aids nel 2017: “L’incidenza italiana è simile alla media osservata tra i Paesi dell’Ue, dal 2015 l’andamento risulta pressoché stabile”, è la fotografia scattata dai nuovi dati del Centro operativo Aids (Coa) dell’Iss, pubblicati dal ministero della Salute. Allo stato attuale, in Italia, sono tra 125 mila e 130 mila le persone che convivono con l’Hiv, e sono prevalentemente di sesso maschile. Sempre sabato, il telefono verde Aids e Ist dell’Istituto superiore di sanità (800.861.061) sarà attivo dalle 10 alle 18. ’Live life positively – know your Hiv status’ è lo slogan che Unaids ha scelto per celebrare la giornata del primo dicembre in tutto il mondo, 30esimo anniversario della Giornata mondiale contro l’Aids. Istituzioni, esperti e associazioni invitano tutti i cittadini a sottoporsi al test Hiv. “Un esame veloce, gratuito e anonimo, che consente, in caso di sieropositività, di accedere a cure tempestive, con una maggiore possibilità di successo dei trattamenti farmacologici”, evidenzia il documento. L’importanza della protezione si evince proprio dal fatto che nel report si sottolinea come la principale modalità di trasmissione sia quella dei rapporti sessuali non protetti. La maggior parte delle nuove diagnosi di Hiv riguarda le persone di sesso maschile che ha rapporti non protetti con persone dello stesso sesso. Secondo il rapporto, “restano tuttavia tra le 12 mila e le 18 mila persone sieropositive che non hanno ancora una diagnosi perché non hanno mai fatto il test, nonostante almeno un terzo (circa 6 mila) abbia una situazione immunitaria compromessa”. L’incidenza delle nuove diagnosi di infezione da Hiv è diminuita lievemente tra il 2012 e il 2015, mostrando un andamento pressoché stabile dal 2015 al 2017. Sempre lo scorso anno, tra le regioni con un numero superiore a un milione e mezzo di abitanti, le incidenze più alte sono state registrate in Lazio, Liguria e Toscana. “Le persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nel 2017 erano maschi nel 76,2% dei casi; l’età media era di 39 anni per i maschi e di 34 anni per le femmine; l’incidenza più alta è stata osservata tra le persone nella fascia d’età 25-29 anni: fra loro l’incidenza nei maschi è 22,8 e nelle femmine 8,8 per 100 mila”, sottolinea il report. Sempre in riferimento allo scorso anno, “la maggior parte delle persone con una nuova diagnosi di Hiv ha eseguito il test per la presenza di sintomi Hiv-correlati nel 32% dei casi – si evidenzia -. Altri motivi di esecuzione del test sono stati: in seguito a un comportamento a rischio (26,2%); in seguito a controlli di routine eseguiti nei servizi per le dipendenze/servizi per le tossicodipendenze (Serd/Sert), o in strutture extrasanitarie (ad esempio, in occasione di campagne di screening organizzate da associazioni, autotest, test in unità di strada, e così via) o in istituti penitenziari (14,6%); in seguito ad accertamenti per altra patologia (10,1%)”.