Anche Roma allertata dai topi giganti ed intelligenti

    I roditori giganti oggi sono tutti estinti? C’è solo il capibara che pesa “appena” 60 chili o è in corso un ripopolamento. A quanto pare il cambiamento climatico (caldo e unidità) e i tantissimi esperimenti scientifici (genetica, chimica, radiattività…) stanno riportando i topi a crescere sia fisicamente che cerebralmente. Un po’ come avveniva qualche milione di anni fa. Ed il fenomeno viene monitorato dal 1950, quando gli scenziati Watson e Crick svelavano il mistero della struttura del dna, e dimostravano che per quasi l’80% del genoma umano è ibridizzabile con quello del topo. Le grandi città come Roma e Parigi potrebbero presto incubare la nuova variante gigante dei ratti, anche grazie all’ibridizzarsi dei nostri roditori con ratti del Sud Est Asiatico.
    Per chi non ama ratti o topi è difficile immaginare un roditore lungo tre metri, alto un metro e mezzo, con un cranio lungo mezzo metro ed enormi incisivi da 30 centimetri.
    Una simile creatura non è protagonista di un film dell’orrore degli anni Cinquanta e nemmeno il frutto di un esperimento di manipolazione genetica, ma un animale realmente esistito, e purtroppo estinto da almeno due milioni di anni. Lo “Josephoartigasia Monesi” visse durante il Pliocene e l’inizio del Pleistocene nella foresta Amazzonica, nell’attuale Uruguay, negli estuari dei fiumi o in ambiente di foresta allagata. Di questo pachidermico roditore pesante circa una tonnellata sappiamo molto poco – poiché ne è stato ritrovato solo il cranio, nel 2008 – ed è difficile dire se fosse semiacquatico come un ippopotamo o terrestre come un elefante. Sappiamo però che condivideva il suo ambiente con tigri marsupiali dai denti a sciabola, uccelli carnivori giganti, bradipi, armadilli, notungulati, coccodrilli e tartarughe giganti. Il grande numero di predatori e competitori spiega perché questa specie sia dovuta diventare così grande per diversificarsi, occupando una nuova nicchia ecologica.
    I roditori caviomorfi, imparentati con gli istrici del Vecchio Continente, arrivarono in America del Sud circa 30 milioni di anni fa dall’Africa e si differenziarono in una incredibile varietà di forme e dimensioni. Oggi l’Europa, grazie al suo opulento degrado, può sfamare milioni di topi. E le colonie di ratti, oltre che assumere nel tempo dimensioni sempre più grandi, potrebbero ben presto attaccare l’uomo, unico vero mammifero antagonista dei roditori.