ARIA DI ’TERZA REPUBBLICA’: TRIONFO M5S, SALVINI UMILIA BERLUSCONI E RENZI SPROFONDA

    Di origini russe, e dunque di evidente matrice socialista, poi trasformato dagli inglesi in ’populism’, come ben evidenzia il termine stesso, per populisti s’intendono coloro che – sia culturalmente che politicamente – per l’appunto esaltano il popolo, sposando una linea comune e fedele all’uomo della strada. Dunque nulla a che vedere, come hanno invece voluto intenderlo quanti, ’terrorizzati’ dall’idea di doversi scoprire ormai fuori dal tempo, hanno continuato a disprezzarli intendendo il populismo come un ’fenomeno’, una deriva demagogica. La cosa ’antipatica’ della questione è che, così come si verificò al termine della Prima Repubblica, quando l’ormai vetusta classe politica non riusciva a capacitarsi di come il Paese – pur essendo nelle sue mani – fosse totalmente mutato, neanche stavolta la Politica ha saputo percepire l’entità dello scontento, l’approssimarsi di un ’regolamento di conti’. Dunque, riassumendo i numeri dei cosiddetti populisti (M5s, Lega, Fdi, ecc,), scopriamo che oltre la metà degli italiani ha sposato questa linea, un segnale forte e chiaro di quanto – a dispetto del potentato bancario dell’Europa – in un contesto socio-economico ormai distante dal ’popolo’, l’Italia abbia urgentemente bisogno di un nuovo modo di riconoscersi. Un esito ’impietoso’ per alcuni, davanti al quale c’è poco da argomentare, visto che stavolta l’affluenza alle urne sottolinea ’anche’ la volontà da parte degli italiani, di far sentire la loro voce: 72,93%, al Senato il 73,05% mentre, alle Regionali di Lombardia e Lazio, il 70,87%. Il quadro che ne deriva non lascia nessun dubbio: il Movimento 5 Stelle trionfa – soprattutto al Sud, dove le difficoltà si vivono quotidianamente – la Lega umilia Forza Italia, ed il Pd sprofonda nel baratro dell’estinzione. Nello specifico, mentre scriviamo, alla Camera su 50.328 sezioni scrutinate (su 61.401), la coalizione del Centrodestra è al 37%, il Movimento 5 stelle al 32,1, il centrosinistra al 23,2. Entrando nello specifico dei singoli partiti, la Lega segna uno strabiliante 17,9, ’lasciando’ Forza Italia al 13,9; Fratelli d’Italia è al 4,3 mentre, Noi con l’Italia-Udc, è all’1,3. C’è invece ben poco da ’festeggiare’ nel centrosinistra, con il Pd che finisce al 18,9 (altro che ’l’asticella rappresentata dal 25% di Bersani!), + Europa al 2,62, Insieme allo 0,58, Civica popolare allo 0,50. Guardando poi agli altri partiti in lizza, anche qui ’sorprende’ la debacle di Liberi e uguali (al 3,45); quindi Potere al popolo all’1,15, Casapound allo 0,93, ed il Popolo della famiglia allo 0,67. Per quanto riguarda invece il Senato, siamo a 53.871 sezioni scrutinate su 61.401, qui il Centrodestra è al 37,44, M5S al 31,75, il centrosinistra al 23,4. Anche in questo caso, entrando nel merito dei singoli partiti, troviamo la Lega al 18,1, Forza Italia al 14,3, Fratelli d’Italia al 4,27, e Noi con l’Italia-Udc all’1,18. Sull’altra sponda, il Centrosinistra, il Pd è al 19,4, +Europa al 2,41, Insieme allo 0,54, Civica popolare allo 0,50; quindi Liberi e uguali (3,35), Potere al popolo all’1,07, Casapound allo 0,84, ed il Popolo della famiglia allo 0,70. E’ evidente che complessivamente (altro guaio del Rosatellum), mancano le premesse per poter pensare ad una Maggioranza anche se, per ovvi motivi, essendo il M5s il partito ’vincitore’, il Presidente Mattarella dovrà senz’altro tenerne conto. Il nodo ruota ora sulla più volte ribadita inflessibilità del suo programma, che Di Maio ha tenuto a sottolineare in merito all’eventualità di ’allargarsi’ ad altri schieramenti. Abbiamo tre comparti ’blindati’, sempre se letti con le ’solite’ ottiche politiche. Salvini ha in mano in il Centrodestra e, salvo appetibili poltrone, difficilmente accetterebbe di fare il comprimario con il M5s. Idem per il Pd che, a detta di Renzi, ma avrebbe accettato di sedersi intorno ad un tavolo con Di Maio, anche se – preme pensarlo – visto quanto accaduto, bisogna prima sincerarsi che il segretario (“Resterò fino a 2021”, ha ripetuto pochi gionri fa), rimanga tale.
    M.