Belmonte, ucciso a colpi di pistola. Ipotesi delitto mafioso

    Sembrerebbe essere un’esecuzione vera e propria, un atto mafioso, quella accaduta Belmonte Mezzagno ai danni di un operaio incensurato. Vincenzo Greco, 36 anni, era alla guida della sua automobile, quando è stato affiancato da un’altra vettura ed è stato freddato con tre o più colpi di pistola. Accasciato sul volante è stato rinvenuto dai carabinieri di Misilmeri, allertati da altri due automobilisti.

    Il fatto che il nome della vittima sia del tutto nuovo alle indagini di tipo mafioso infittisce il mistero sul caso. Il nodo della questione, però, è che Greco era il genero di Filippo Casella, uomo ucciso nel 1994 nella guerra di mafia che vedeva contro Benedetto Spera a Ciccio Pastoia: si tratta però di una storia vecchia che non è detto abbia una vera valenza per l’omicidio, sul quale stanno lavorando i magistrati della direzione distrettuale anti-mafia di Palermo, coordinati dal sostituto procuratore Salvatore De Luca.

    Si tratta comunque della pista dell’omicidio mafioso quella che si sta perseguendo. Durante gli interrogatori, che sono andati avanti tutta la notte, sono stati ascoltati amici e parenti per far luce su quello che è successo. Le modalità dell’esecuzione, infatti, fanno pensare a un omicidio di stampo mafioso.

    Vincenzo Greco aveva una compagna e un figlio, il mese successivo doveva sposarsi. Ieri pomeriggio, sembra che fosse diretto all’allevamento di animali che gestisce con i due fratelli, anche i loro operai edili. Gli investigatori stanno esaminando alcune telecamere ma anche le tracce lasciate lungo la strada di campagna.

    La zona è stata oggetto negli ultimi tempi di alcune vicende intricate per quanto riguarda la mafia. Ad inizio di dicembre, il capo del mandamento di Belmonte, Filippo Bisconti, fu arrestato, e un altro importante boss, Vincenzo Colletti, in cima al comando confinante di Villabate, decise di collaborare con la giustizia. Si prospetta un terremoto mafioso alle porte di Palermo.