BOTTA E RISPOSTA SU FB – DE MAGISTRIS ATTACCA SAVIANO: ‘MAI VISTO CON NOI CONTRO I CLAN’, LO SCRITTORE: ‘È UN POPULISTA, CON LUI SINDACO ORA LA CAMORRA IN CITTÀ È MINORENNE’

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    “Caro Saviano, mi occupo di mafie, criminalità organizzata e corruzione da circa 25 anni, inizialmente come pubblico ministero in prima linea, oggi da sindaco di Napoli. Ed ho pagato prezzi alti, altissimi. Non faccio più il magistrato per aver contrastato mafie e corruzioni fino ai vertici dello Stato.Non ti ho visto al nostro fianco”. E’ un post duro quello che il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, rivolge alo scrittore Roberto Saviano. “Ogni volta che a Napoli succede un fatto di cronaca nera, più o meno grave, arriva, come un orologio, il tuo verbo, il tuo pensiero, la tua invettiva: a Napoli nulla cambia, sempre inferno e nulla più. Sembra quasi che tu non aspetti altro che il fatto di cronaca nera per godere delle tue verità – va giù duro il primo cittadino partenopeo – Più si spara, più cresce la tua impresa. Caro Saviano, vuoi vedere che sei nulla di più che un personaggio divenuto suscettibile di valutazione economica e commerciale? Un brand che tira se tira una certa narrazione. Vuoi vedere che Saviano è, alla fin fine, un grande produttore economico?”. Un commento che ha immediatamente suscitato la replica dell’autore di ‘Gomorra’: “Quel che è certo, sindaco De Magistris, è che quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine,a pugnalarla saranno i tanti lacchè, più o meno pagati, dei quali si circonda per edulcorare la realtà, unico modo per evitare di affrontarla. Il sindaco De Magistris si rivolge a me in un lungo post su Facebook, ma come sempre non dice nulla sul merito delle questioni – scrive Saviano – è per questo che è un populista, definizione politica nella quale credo che tutto sommato si riconosca. Napoli 4 gennaio 2017: due sparatorie in pieno centro e una bambina di 10 anni ferita in un luogo affollatissimo della città – prosegue Saviano – Ma il sindaco è infastidito dalla realtà, a lui non interessa la realtà,a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita: problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà. Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega addirittura più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli. Ma di tutto ciò lui non ama parlare e detesta che lo facciano altri: pare chela città sia ridotta al salotto di casa sua, apolvere da nascondere sotto al divano. Basta pensare alla superficialità (per non dire al fastidio) con cui il sindaco parla di periferie annegate nel degrado: al sindaco fa schifo Soccavo, fa schifo Pianura, si vergogna del rione Conocal, se ne frega del rione Traiano – prosegue Saviano – Il sindaco è del Vomero, gli piacciono le cose ordinate, pulite. E così succede che sulla gestione del patrimonio immobiliare comunale, nelle periferie controllate dalla camorra, difficilmente spenda una parola, nonostante inchieste giornalistiche serissime inchiodino l’amministrazione comunale a responsabilità enormi. E chissà che su questa, come su altre vicende, anche la Procura della Repubblica prima o poi non intervenga. Ma che importa, dirà il sindaco: la realtà di Napoli sono le strade affollate e non i killer pronti a sparare nel mucchio, magari per un regolamento di conti, per poche centinaia di euro. Eil problema non sono i killer, per carità, ma Saviano che poi ne parlerà- aggiunge -. Distoglierei lo sguardo da Napoli se le organizzazioni criminali smettessero di tenere sotto giogo l’intera città, che è tutta una periferia, tranne qualche quartiere collinare ricco dei reinvestimenti della camorra”.

    M.