Braccio di ferro Sea Watch, alta tensione

    Scontri tra vice premier, contestazioni al comandante, soccorsi concessi e poi contestati: quella della Sea Watch è una questione aperta a mille interpretazioni, giudizi, critiche e contestazioni, ma soprattutto una delle più attuali situazioni attorno a cui si respirano climi di tensioni in seno alla maggioranza e tra le componenti chiamate a giocare un ruolo chiave nella vicenda dei migranti. Gli ultimi dei quali, sessantacinque, sono stati salvati dalla Sea Watch 3, provocando, tre la altre cose, l’ira di Salvini.

    Braccio di ferro Sea Watch, alta tensione. Salvini accusa, il comandante si difende

    Come annunciato, la Sea Watch 3 con i 65 migranti soccorsi due giorni è giunta all’alba al limite delle acque territoriali italiane oltre Lampedusa e ma lì c’erano ad aspettarla due motovedette della Guardia di finanza e della Capitaneria di porto le quali hanno sbarrato la strada alla Sea Watch 3 dando la comunicazione della diffida di cui era stata colpita: quella di non poter entrare nelle acque del territorio italiano. Gli ufficiali della Marina italiana hanno dato seguito all’ultima indicazione sottoscritta dal vice premier a ministro dell’Interno Matteo Salvini il quale, dichiara “offensiva e pericolosa per la sicurezza nazionale” la nave Sea Watch 3 che ha al suo interno migranti non identificati. Secondo quanto riporta la direttiva di Salvini, a bordo potrebbero esserci anche terroristi, e pertanto non hanno diritto di accesso nel mare italiano. Il comandante della nave ha accolto la diffida ed è in attesa di ordini dal quartiere generale della Ong tedesca. La Ong, del resto, aveva lasciato le acque libiche dopo che le motovedette di Tripoli le hanno sbarrato la strada, facendo dunque rotta a nord. Ma i paesi a cui ha chiesto un porto, Italia, Malta e Olanda (bandiera di cui la nave batte bandiera) hanno accettato. A bordo della nave ci sono due neonati con meno di sei mesi, cinque bambini piccoli, 10 minori e 11 donne. C’è anche un disabile. Ma la querelle politica, che ha diviso anche i due vice premier italiani, non sembra mettere questo al primo posto delle priorità.