BRUXELLES – TRACCIATE LE PRIME LINEE GUIDA CON LA TURCHIA SULLA GESTIONE DEL FLUSSO DEI MIGRANTI. SE NE TORNERÀ A PARLARE IL 17 MARZO NEL CONSIGLIO EUROPEO

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    Di concreto ed immediato non c’è molto, salvo un accordo di massima: 12 ore di riunione serrata tra i leader della Ue e la Turchia, non sono riuscite a dipanare la questione dei migranti. La conclusione di questo vertice ruota intorno al rinnovato appuntamento del Consiglio Europeo (17 e 18 marzo), per ricominciare a lavorare sui principi base dai quali trarre un’intesa dettagliata. Sulla carta, all’indomani della riunione fiume dell’Eurogruppo, l’impegno a “facilitare l’erogazione dei 3 mld di euro inizialmente assegnati per garantire la finalizzazione di un primo insieme di progetti entro fine marzo e a decidere su un finanziamento addizionale diretto al Meccanismo per i rifugiati a favore dei siriani”. La Turchia dal canto suo si impegna a  “rimandare indietro tutti i migranti irregolari che arrivino dalla Turchia nelle isole greche, con la Ue che si fa carico dei costi; ricollocare, per ogni siriano riammesso in Turchia dalle isole greche, un altro siriano dalla Turchia agli Stati membri dell’Ue, nel rispetto degli accordi vigenti”. Ed il governo di Ankara “ha confermato l’impegno ad implementare l’accordo di riammissione bilaterale Grecia-Turchia, per accettare il rapido ritorno di tutti i migranti che non hanno bisogno di protezione internazionale che passano dalla Turchia alla Grecia e di riprendere tutti i migranti irregolari fermati nelle acque turche”. In ambito Ue c’è la volontà di “accelerare l’esecuzione del processo di liberalizzazione dei visti per tutti gli Stati membri, puntando all’eliminazione del bisogno di visto per i cittadini turchi al più tardi alla fine di giugno 2016”. Inoltre si concorda di “preparare il prima possibile la decisione relativa all’apertura di nuovi capitoli nelle negoziazioni di adesione (della Turchia all’Ue, ndr), basandosi sulle conclusioni del Consiglio Europeo di ottobre 2015”. L’intenzione è quindi quella di “lavorare con la Turchia impegnandosi a migliorare le condizioni umanitarie nell’interno della Siria, in modo da permettere alla popolazione locale e ai rifugiati di vivere in zone più sicure”. Dal canto suo Donald Tusk, presidente del Consiglio Europeo “porterà avanti queste proposte e concretizzerà i dettagli con la parte turca prima del Consiglio Europeo del mese di marzo. Questi lavori rispetteranno il diretto europeo e quello internazionale. I capi di Stato e di governo dell’Ue hanno anche discusso con il primo ministro turco la situazione dei mass media in Turchia. I flussi irregolari di migranti lungo la rotta dei Balcani Occidentali ora sono arrivati alla fine”. Propositi che debbono inevitabilmente passare attraverso precise direttrici: “Sostenere la Grecia, in questo momento difficile, e fare il massimo per aiutarla a gestire la situazione che si è determinata. Questa è una responsabilità collettiva che richiede una rapida ed efficiente mobilitazione di tutti i mezzi e le risorse europei disponibili e del contributo degli Stati membri”. La volontà dell’Eurogruppo è quella di trovare un’efficiente e funzionale “risposta immediata ed efficace alla situazione umanitaria difficilissima che si sta sviluppando rapidamente sul terreno”, in tal senso la Commissione fornirà “con urgenza” aiuti di emergenza; i capi di Stato e di governo accolgono con favore la proposta della Commissione di istituire un servizio di aiuti di emergenza all’interno dell’Ue e chiedono al Consiglio di adottarla prima del Consiglio Europeo di marzo, invitando le autorità di bilancio ad “assumere qualsiasi necessaria conseguente misura”. In questo documento si fa riferimento inoltre all’ulteriore “assistenza alla Grecia, nella gestione dei confini esterni, inclusi quelli con la Fyrom (Macedonia, ndr) e con l’Albania”. E in tale ambito si richiede quindi di “accelerare in modo sostanziale l’implementazione della riallocazione” dei rifugiati per alleviare “il pesante fardello che oggi grava sulla Grecia”. Gli Stati membri “sono anche invitati a fornire più posti per la riallocazione, con urgenza”. Ci si impegna poi a “prendere qualsiasi misura necessaria con riferimento ad ogni nuova rotta che possa aprirsi”. Il documento comunque “non stabilisce alcun nuovo impegno da parte degli Stati membri per quanto riguarda riallocazione e reinsediamento” dei rifugiati. Quelle elencate sono “misure urgenti”. Il Consiglio Europeo “ritornerà sul dossier migrazioni in tutti i suoi aspetti, per consolidare ulteriormente l’implementazione europea comune della nostra strategia sulle migrazioni”.

    M.