Caos Condono: dichiarazioni, tensioni, smentite

    Il tema del condono, del testo dubbioso e le tensioni tra le due componenti del governo, ovvero da una parte la Lega che si è risentita delle più o meno velate accuse della controparte e, dall’altra il Movimento Cinque Stelle che con Di Maio ha di fatto, volente o meno, fatto scattare la scintilla dell’incendio sia dialettale che concretamente politico, ha prodotto nei fatti tutta una serie di commenti, conseguenze, analisi e valutazioni tra le parti.
    Una situazione di tensione e di ‘crisi’ che nei fatti questa nuova amministrazione governativa non aveva mai dovuto affrontare finora. Ma che è scoppiata da un momento all’altro, ponendo l’accento su un periodo di grande tensione emotiva e programmatica tra le parti.
    Una tensione che per l’intera giornata ha messo il caos tra Lega e 5Stelle sul decreto fiscale. Tra i commenti più rilevanti, quello del viceministro dell’Economia, Massimo Garavaglia, a smontare le accuse M5S. “Decreto manipolato? Lo conoscevano tutti”,
    E ancora, Salvini. “Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni o scie chimiche. Questo è un governo che non ha timidezze, problemi o complotti contro. In consiglio dei ministri c’erano tutti, non c’ero solo io”. E poi, in un crescendo ironico: “Stiamo per essere attaccati dall’Europa: se diciamo che il decreto è stato modificato la sera per la mattina da Batman o da Robin, è un problema. No, son qua – dice parlando da Bolzano – domani inizio a Cles la mattina e finisco a Trento a tarda notte. Sabato mattina sono a Cernobbio.
    Domenica ho il derby, entro in clima derby e non posso occuparmi di altro…”. Più tardi, parlando in un comizio, assicura che il governo durerà cinque anni. E apre: “Ancora non è stato convocato il Consiglio, ma se serve che Salvini ci sia, Salvini ci sarà”.
    E al centro, quelle di Giorgetti che prova a rallentare: stop a complotti, così non si va lontano. L’irritazione dei Cinquestelle cresce. Il ministro per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, sostiene: “Nel testo del decreto fiscale sono state inserite norme non concordate in Consiglio dei ministri. Se qualche nostalgico del passato pensa di fermare il cambiamento si sbaglia, quelle norme spariranno. Alle Camere invierò solo un testo pulito: con noi niente scudi né condoni”. E la vice ministra dell’Economia M5S, Laura Castelli, rafforza: “Lunedì prima del Consiglio dei ministri c’è stato un tavolo politico in cui l’accordo raggiunto prevedeva nessun condono penale e niente scudo fiscale sui capitali esteri. Adesso Garavaglia e la Lega ci dicono che approvano una norma che introduce condoni penali e scudi fiscali per capitali all’estero? Allora c’è un problema politico”. Stesse parole usate in serata da Luigi Di Maio, che torna a parlare a 24 ore dal suo j’accuse in tv: “Adesso il tema è politico e se è un tema politico ha bisogno di un chiarimento politico. La sede giusta è il Cdm ma possiamo anche fare un vertice prima”.