Carlo Verdone e quarant’anni di personaggi e di icone

    Carlo Verdone ha dato vita a molti personaggi: al professor Cagnato di Grande, grosso e Verdone col ditino alzato, il Moreno Vecchiaruti con l’orecchino e il gel nei capelli, l’Armando Feroci di Gallo Cedrone col look alla Elvis, ma anche il produttore che ringrazia lo sterminato elenco degli sponsor sotto il diluvio universale di C’era un cinese in coma, il dietro le quinte della sua ultima pellicola Benedetta follia ma persino il ciak di Un sacco bello, la prima opera del 1979. Quarant’anni di film narrati attraverso le foto di Claudio Porcarelli, fotografo “ma prima di tutto fan” che per trent’anni ha immortalato Carlo Verdone in tutto il suo estro artistico e cinematografico. Il risultato è la raccolta UnoDieciCento Verdone, edito dal Banco BPM, ma dal prossimo anno anche in libreria, un’occasione per rivivere la straordinaria storia di Carlo Verdone regista e attore attraverso i suoi tantissimi sguardi. Il libro è un omaggio alla mamma Rossana “la prima che credette in Carletto come attore, incoraggiandomi ad affrontare il mio primo importante e terrorizzante spettacolo teatrale nel 1977 con un calcio nel sedere. ’Vai in scena, fregnone! Perché un giorno mi ringrazierai’ – dichiara – E infatti non c’è giorno che non la ringrazi”.La mamma Rossana, ma anche il padre, il professore Mario Verdone, hanno smosso un ragazzo timido e chiuso a buttarsi in scena. “La mia famiglia mi ha sempre stimolato a guardarmi attorno. Nel mio quartiere, tra Campo de’ Fiori e Trastevere, passavo le ore a guardare il rigattiere, il vetraio, il calzolaio, l’alimentari, quel teatro aperto cittadino, con la gente che si parlava da finestra a finestra, che oggi non esiste più. I romani sono stati deportati in periferia, si è persa quell’umanità e la città si è impoverita. I miei personaggi sono nati da quell’osservazione e dal furore creativo che ha fatto emergere con naturalezza e senza prove i vari Leo, Mimmo, Furio…” .