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Caro bollette, per evitare il lastrico (e la disoccupazione a vita), esercizi e piccole imprese cedono all’usura

Rispetto alla gravissima energetica che sta letteralmente devastando il sistema produttivo del Paese, i tempi per un intervento per arginare le difficoltà di esercizi, imprese ed aziende… indicavano al massimo ‘ieri’.

Anche Confindustria, già una settimana fa, ha suonato il drammatico allarme: entro il 2023 circa 240mila attività in Italia rischiano la chiusura.

Certo, le grosse aziende, anche in virtù di un ‘ragionato’ razionamento riguardo alla produzione e, a mali estremi, servendosi della cassa integrazione, un po’ possono resistere. Ma le piccole realtà, soprattutto quelle cosiddette ‘a conduzione familiare’, non hanno la minima possibilità di opporsi ai folli rialzi della bollette e delle materie prime.

Caro bollette: sapendo di rischiare la disoccupazione e la fame a vita, i commercianti ricorrono agli usurai

Una realtà amarissima che, come vedremo, apre scenari ben peggiori, ed assolutamente devastanti, in virtù del fatto che sempre più commercianti e sempre più imprese in difficoltà. Come rivela un accurato servizio ‘svolto sul campo’ dall’agenzia di stampa AdnKronos, diverse piccole imprese e, soprattutto i commercianti, in alternativa al nulla (parliamo nella maggior parte dei casi di padri di famiglia, impossibile da ricollocare nell’attuale mercato produttivo), vedono un’unica alternativa, che rischia però di tradursi in un inferno ben peggiore: ricorrere agli usurai.

Caro bollette, la drammatica testimonianza di un imprenditore: “Dopo il no delle banche sono caduto vittima dell’usura”

Infatti, rimarca il report stilato dai cronisti dell’AdnKronos, per quanti scelgono nonostante tutto di andare avanti, non vi sono alternative: o ricorrer a un finanziamento ‘lecito’ (banche, società private, ecc.) o, vista la reticenza degli istituti bancari, ‘affidarsi’ alla malavita organizzata. Come spiega un imprenditore all’agenzia di stampa,  “Le abbiamo provate tutte, ci resta solo l’usura“, racconta ripercorrendo un’odissea fatta di tagli, risparmi, licenziamenti del personale e, prosegue,  “A questo punto che si fa il giro delle banche. Finisce presto, se non si hanno garanzie sufficienti. E allora si inizia con gli amici, e gli amici degli amici, quello che può aiutare a pagare un fornitore, quello che oggi chiude un occhio, quello che ti presenta la persona giusta per risolvere il tuo problema“. ‘Amici di amici’ che non tardano a rivelarsi per quel realmente sono: “E’ successo a me e non so cosa fare ma è successo a tanti intorno a me che hanno iniziato a prendere prestiti a tassi assurdi e stanno finendo strozzati dagli usurai“.

Caro bollette, la Corte dei Conti: “I dati disponibili sul fenomeno dell’usura ne forniscono una rappresentazione sottostimata”

Un meccanismo infernale che si auto-alimenta in virtù del clima di soggezione che si instaura nelle vittime, da un lato indotta dalla consapevolezza di aver fatto un passo illegale, dall’altro per via del clima di terrore, rinnovato dalle continue minacce rivolte alla famiglia della vittima. Ed in tutto ciò, rivela l’AdnKronos citando un recente studio della Corte dei Conti, “I dati disponibili sul fenomeno dell’usura ne forniscono una rappresentazione sottostimata, stante l’esiguità dei casi denunciati in media ogni anno, rapportata alle centinaia di migliaia di famiglie, imprese e individui sovraindebitati, con un rapporto tra vittime e denunce estremamente basso“. Insomma, quando non sono i disonesti, gli speculatori, gli imprenditori squali, o le ‘cooperative a delinquere’, molto più direttamente è la malavita organizzata a trarre profitto dalle disgrazie altrui. Disgrazie, come nel caso del caro bollette, ad oggi ancora non scongiurate dai nostri istitutori…

Max