Carta d’identità, nessun riconoscimento genitoriale

    Il Garante della Privacy ha negato il consenso sulla sostituzione della dicitura “genitore 1 e 2” con quella di “padre” e “madre” nei documenti per l’ottenimento della carta d’identità elettronica per i figli minori di 18 anni. Ad appoggiare il ritorno alla formula che indicasse il sesso dei genitori sulla carta d’identità era stato il vicepremier Matteo Salvini, che aveva dato le indicazioni agli uffici del Viminale di cambiare la modulistica a riguardo. Il Viminale, inoltre, a settembre aveva interpellato il parere del Garante sullo schema di riforma sulla carta d’identità che avrebbe portato alla sostanziale novità. E la commissione privacy, guidata  Antonello Soro, si è pronunciata al termine dello scorso mese negativamente, riscontrando diverse problematiche.Per quanto concerne  la salvaguardia dei dati personali,  il Garante pensa che “la modifica è suscettibile di introdurre profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un minore, è presentata da figure che esercitano la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica ’padre’ o ’madre’ . Ciò, in particolare, nel caso in cui sia prevista la richiesta congiunta (l’assenso) di entrambi i genitori del minore (documento valido per l’espatrio)”.Le ipotesi formulate riguardano casi in cui la responsabilità genitoriale e la trascrizione nei registri dello stato civile dei figli siano frutto di un emendamento di adozione in situazioni particolari, la trascrizione di atti di nascita formati all’estero, il riconoscimento nel nostro Paese di provvedimenti di adozione rilevati all’estero, l’avviso di attribuzione del sesso, oppure quando a siglare i documenti sia in prima persona il sindaco. In queste situazioni, dice l’Authority, il rilascio della carta d’identità “potrebbe essere impedito dall’ufficio – contro la  legge – oppure, potrebbe essere subordinato a una dichiarazione non corrispondente alla realtà, da parte di uno degli esercenti la responsabilità genitoriale. Infatti, nella richiesta del documento, nella ricevuta rilasciata dall’ufficio e, soprattutto, nel documento d’identità rilasciato per il minore, il dato relativo a uno dei genitori sarà indicato in un campo riportante una specificazione di genere non corretta”.  Quindi, c’è il rischio che si imporrebbe di formulare dati falsi o non veritieri oppure di dare dati di natura estremamente privata non importanti