CASA – CON LA RICHIESTA DI MUTUO I GIOVANI ’DEBBONO’ SOTTOSCRIVERE POLIZZE A RISCHIO VITA

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    E’ l’ennesima ’novità’ lanciata dagli istituti di credito: guarda caso, unitamente alle richieste di mutuo, segnano un’impennata anche le polizze vita ad alto rischio. Perlopiù stipulate da giovani che si accingono ad investire sulla prima casa, dette polizze hanno segnato addirittura un +20% dall’inizio dell’anno. È la realtà raccontata dall’AdnKronos, dopo aver consultato l’Ania, l’Ivass e le associazioni dei consumatori. Ania, ad esmpio, ha spiegato che nel periodo compreso tra gennaio-agosto 2015, sono state contate 483mila polizze di puro rischio (morte, inabilità temporanea e invalidità permanente), per una cifra vicina ai 192 milioni di euro. Ovviamente ci si riferisce a giovani con un contratto e quindi con un reddito sicuro. Nella maggior parte dei casi, quando si parla di polizze sulla vita e di giovani ci si riferisce a prodotti di risparmio. Giovani fortunati, che possiedono un reddito sicuro: ’Il bisogno assicurativo tra le coppie giovani è perciò legato alla significativa esposizione debitoria che si determina con l’acquisto della prima casa’, spiega molto bene AdnKronos. E se l’Abi sottolinea cone in questi primi mesi del 2015 i mutui hanno segnato un +86,1%, è evidente che la polizza della vita ad alto rischio può costare la metà per un trentenne, rispetto a un cinquantenne.Entrando ’nel vivo’ della questione, urge sottolineare che il decreto “liberalizzazioni” del 2012 prevede che nel caso in cui le banche o altri intermediari finanziari condizionino l’erogazione di un mutuo alla stipulazione di una polizza sulla vita, devono sottoporre almeno due preventivi di due differenti gruppi assicurativi esterni, così che il consumatore possa confrontarli liberamente con altre opzioni sul mercato. Eppure in molti casi la scelta non è libera, sottolineano le associazioni di consumatori. “Come Federconsumatori, abbiamo avuto numerosi contatti con clienti che avevano sottoscritto questo tipo di polizza senza averne consapevolezza, perché veniva loro presentata come una pratica ordinaria – dichiara il vicepresidente Andrea Pusceddu – non credo che ai giovani convenga stipulare questo tipo di tutela, ora come ora, con i prodotti attualmente sul mercato starei molto attento. Manca un’offerta giusta: molte polizze sono in realtà investimenti e le imprese assicurative dovrebbero diventare meno speculative, non rappresentare una perdita per il cliente”. Secondo il Codacons, complice delle pratiche scorrette è la mancanza di informazione sulle polizze ad alto rischio. “Non c’è abbastanza consapevolezza sul tema: questo tipo di tutele non vengono spiegate adeguatamente e i giovani hanno sfiducia verso il mondo assicurativo”, dice Gianluca Di Ascenzo, coordinatore ufficio legale nazionale. “Noi facciamo parte anche del forum Ania consumatori e il problema si pone quasi quotidianamente. Tra i giovani professionisti e lavoratori manca la cultura della necessità di coprirsi in caso di decesso o altri eventi disastrosi, e quando si è male informati è più facile che si venga costretti a sottostare a delle pratiche commerciali scorrette”, prosegue, evidenziando che “per fare un acquisto intelligente devi averne consapevolezza; e il fatto che manchi un’analisi dei prodotti in base alla fascia d’età indica che le stesse assicurazioni non promuovono un’informazione sul tema”. Chiede un intervento più risoluto dell’Autorità competente l’Adusbef. “Per quanto riguarda i mutui nessuna normativa impone la sottoscrizione di polizze. Le banche cercano di fare il pieno, vendono un servizio e ne vogliono vendere 25 – denuncia Mauro Novelli, segretario nazionale – L’Ivass ha preso posizione sapendo che questo malcostume è una specificità tutta italiana; ma se ci limitiamo a un buffetto non va bene, il problema è stato individuato e ora bisogna fare in modo che si risolva. I due momenti, la vendita del mutuo e quello di polizze, devono essere distinti e separati”.