Caso Desirée, Mancini resta in carcere

    Continuano ad aumentare di giorno in giorno i risvolti attorno alla tragica vicenda della 16enne di Cisterna di Latina, Desireè Mariottini, trovata priva di vita in uno stabile abbandonato a San Lorenzo di Roma. Dopo la convalida della custodia cautelare in carcere per il pusher romano di 36 anni, Marco Mancini, accusato di aver ceduto la droga a Desiree Mariottini, il gip Maria Paola Tomaselli ha fatto cadere nei suoi confronti l’aggravante di cessione di stupefacente ad un minore. Mancini, dunque, dovrà ora rispondere solo di detenzione e cessione di sostanza stupefacente. L’uomo ha voluto chiarire la sua posizione: “Io non ero lì quella notte, non ho dato droga a Desirée”. Intanto si è tenuta l’udienza del Riesame per valutare la richiesta di scarcerazione di uno dei quattro africani accusati di aver violentato e ucciso la sedicenne di Cisterna di Latina, il senegalese Mamadou Gara: i giudici si sono riservati. Si è dichiarato completamente estraneo alle accuse Yusif Salia, il ghanese di 32 anni, il quarto uomo arrestato in Puglia per la morte di Desirée. Salia è stato sentito dal gip del Tribunale di Foggia, Carmine Corvino, che lo ha sentito su rogatoria del gip di Roma, Paola Tomasselli. L’uomo aveva conosciuto la sedicenne qualche giorno prima della sua morte, presentata da un’amica. La sera dei fatti – ha raccontato Salia – aveva avuto con lei un rapporto sessuale consensuale e non sapeva che fosse minorenne.?Poi – secondo quanto raccontato al gip – aveva chiesto alla ragazza di andare via con lui perché doveva partire per Frosinone ma lei aveva risposto di essere troppo stanca. Subito dopo Salia – sempre stando al racconto fatto al magistrato con l’aiuto di un interprete – era andato via da Roma per un giorno intero recandosi a Frosinone. Quando è tornato nella Capitale ha appreso che la ragazza era morta e ha pianto. Inoltre Salia ha aggiunto di non conoscere le altre persone che sono state arrestate. La sua difesa ha annunciato un doppio ricorso al tribunale delle Libertà, per l’omicidio e anche per la detenzione di droga.?Il giorno dell’arresto, avvenuto nel ghetto di Borgo Mezzanone, il ghanese è stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti e ha negato che fossero suoi.