Caso Regeni, 200 accademici inglesi firmano petizione di accusa verso le università

    Una petizione firmata da 200 accademici britannici accusa un gruppo di università di “chiudere gli occhi” sulle violazioni dei diritti umani in Egitto, intraprendendo rapporti di collaborazione nonostante le “molte domande lasciate irrisolte dal rapimento e dall’omicidio di Giulio Regeni”, che all’epoca stava studiando a Cambridge.

    L’iniziativa, riportata dal sito web del Guardian, fa particolare riferimento al recente viaggio al Cairo da una delegazione di 11 università britanniche, con il sostegno del governo di Theresa May. Secondo i firmatari, la missione mirava a stabilire “scambi di studenti e di ricerca, richieste di donazioni congiunte e la possibilità di creare campus internazionali in Egitto”.

    In pratica, sarebbero le filiali egiziane delle università in Gran Bretagna: un’operazione per cercare potenziali nuovi mercati, quando, a causa della Brexit, le università britanniche rischiano di perdere un gran numero di studenti europei, con il conseguente declino dei fondi che li metterebbero nei guai se non riescono a trovare finanziamenti alternativi.

    “Contestiamo la saggezza e la legittimità del fare affari come se non fosse nulla con un regime autoritario che attacchi sistematicamente ricerca, istruzione e libertà accademica”, afferma la petizione. Tra i 200 firmatari c’è Jo McNeil, presidente dell’università di Liverpool dell’università di Liverpool, che è una delle 11 università coinvolte nel progetto.

    Vivienne Stern, direttrice dell’University Uk International, l’organizzazione che rappresenta le università britanniche all’estero, difende la missione in Egitto. Pur ricordando che “l’omicidio irrisolto di Giulio Regeni è stato sollevato più volte da vari rappresentanti britannici, anche durante il recente viaggio della delegazione universitaria al Cairo”, afferma che è “importante” continuare ad avere relazioni internazionali nel campo della educazione e ricerca, osservando che le università britanniche possono “contribuire” alla promozione di valori come la libertà accademica senza interferenze politiche.

    La petizione critica anche il mondo accademico britannico da un punto di vista più ampio, riguardante la “commercializzazione” dell’istruzione superiore, la libertà accademica e il trattamento dei dipendenti LGBT (lesbiche gay bisessuali e transessuali). L’articolo del Guardian rileva che Regeni è stato rapito, torturato e ucciso mentre faceva ricerche in Egitto due anni fa e che i suoi amici e attivisti per i diritti umani “sono quasi certi di essere stato ucciso dai servizi di sicurezza egiziani”.