CI VUOLE LA TELEFONATA DI BERLUSCONI PER RISOLVERE IL CLAMOROSO SFRATTO DI UNA BIMBA DISABILE DALLA CASA ATER. E GRILLO CERCA DI RIMEDIARE AI PROPOSITI CONFUSIONARI DELLA RAGGI METTENDO TUTTO NEL CALDERONE: ’STOP AI CAMPI ROM E ALL’ELEMOSINA IN METRO’

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    “Buonasera, ho visto la situazione di Emmanuel, e volevo semplicemente intervenire per dire che mercoledì sono a Roma. Se viene a trovarmi, la vicenda della casa la sistemo io”. Ci è voluta la telefonata di Berlusconi, in diretta nel corso di ’Quinta Colonna’, su Rete 4, per evidenziare ulteriormente l’incapacità ed il cinismo dell’attuale amministrazione capitolina. Il Cavaliere infatti è intervenuto ascoltando l’odissea di Emmanuel M., padre di Noemi, una bambina sfortuntamente rimasta invalida al 100% (e dunque bisognosa di continue e costose assistenze), in seguito a degli errori medici verificatisi durante il parto. Accade che alla famiglia ’monoreddito (tre figli a carico), anni fa sia stata assegnato un alloggio popolare nel quartiere di San Saba, grazie all’interessamento dell’allora sindaco Veltroni che, per ovvi motivi, inserì il nucleo di Noemi nelle liste speciali delle assegnazioni. Ora, in seguito a uno scandalo che ebbe conseguenze anche penali interne all’Ater, a Emmanuel è improvvisamente giunto l’ordine di rilascio immediato dell’immobile: lo sfratto. Inutilmente il poveruomo – latore di una dignità unica – ha cercato di instaurare un dialogo con la nuova giunta: nessuno se ne è mai voluto interessare e, peggio, nessuno si è mai presentato per constatare personalmente le condizioni della piccola Noemi. Ma accanto alla vicenda di Emmanuel, nella Capitale sono decine e decine i casi di sfratti esecutivi nei confronti di cittadini – alcuni dopo 30 anni – ’rei’ di essersi visti assegnare la casa popolare da funzionari e dirigenti allora disonesti. Tutti casi in cui l’amministrazione Raggi non ha mai mostrato pietas umana, venendo meno ai principi basilari che dovrebbero invece animare i nostri istitutori: di non fare di ’tutta un’erba un fascio’, andando invece ad ascoltare ciascuna storia per ravvisarne semmai in un secondo tempo eventuali mancanze o doli. Ora poi, in una situazione di così estesa emergenza sociale, dove i migranti bivaccano beatamente indisturbati davanti al Colosseo, il sindaco ha avuto anche il tempismo di annunciare lo smantellamento dei campi rom assicurando loro, in virtù di un bonus stanziato da appositi fondi Europei, di poter poi accedere a un alloggio popolare. Premesso che per quet’ultima operazione – ancora tutta teorica – occorre una ’barca di denaro’ (basti pensare che smantellare una sola baracca costa circa 10mila euro), ora a nella Capitale a colpire è la crescente sfiducia che i romani nutrono ormai nei confronti della gestione Cinquestelle, mai come oggi nel suo momento peggiore. Come del resto ha dimostrato, sul territorio nazionale, la clamorosa debacle elettorale: mai come adesso infatti il M5s rischia politicamente l’estinzione. Una situazione alla quale sta ora tentando di ’rimediare’ Grillo, provando a convincere i romani della bontà dell’operato della giunta Raggi, cercando conforto attraverso il solito concetto ’populista’ (’ristabiliamo la legalità’) quando al tempo stesso, come dicevamo, non riescono nemmeno a sincerarsi delle condizioni di una bimba disabile al 100%. E tutto ciò mentre la Raggi scrive al Prefetto pregandolo di limitare gli arrivi degli immigrati nella Capitale, perché non c’è più posto. Ed oggi il leader pentastellato è sceso in campo ’per metterci una pezza’, cercando – a fronte delle migliaia di romani stipati da decenni nei residence – di far passare lo smantellamento dei campi rom come qualcosa di ’epocale’: “Partiamo subito da una premessa – esorisce infatti Grillo – finora nessuno aveva messo mano al problema dei campi rom, perché per molti non era un problema, ma un affare. Vedi Mafia Capitale. Il MoVimento 5 Stelle a Roma ci ha messo la faccia e ne va fiero. E chi in questi giorni dice che regaliamo soldi ai rom, mente sapendo di mentire. Roma – scrive come al solito dal suo blog – era l’unica capitale europea ad avere ancora campi rom. Diciamo ’era’ perché grazie a noi è iniziata la fine dei campi, delle roulotte e dei caravan in mezzo alle strade della città, gli incendi occasionali, i ’furti’ di corrente agli edifici limitrofi. In breve: stop all’illegalità e al degrado. Di fronte a una emergenza di questo tipo, prodotta da decenni di malgoverno di Roma, le strada è una: smantellare i campi e creare le condizioni affinché l’emergenza non si ripresenti fra qualche anno. Ora a Roma si cambia musica. Chiusura dei campi rom, censimento di tutte le aree abusive e le tendopoli. Chi si dichiara senza reddito e gira con auto di lusso è fuori. Chi chiede soldi in metropolitana, magari con minorenni al seguito, è fuori. In più sarà aumentata la vigilanza nelle metro contro i borseggiatori. Come per tutto quello che la vecchia politica ha lasciato a Roma – prosegue – anche in questo caso il MoVimento 5 Stelle non ha la bacchetta magica. Ma ha la libertà di fare le cose che dovevano essere fatte 20 anni fa. E allora iniziamo: i campi della Monachina e La Barbuta verranno chiusi. Parliamo di 700 persone che risiedevano qui. Infine, giusto per mettere le cose in chiaro: l’obiezione secondo cui daremmo 800 € ai rom è falsa: nessun cittadino romano pagherà un centesimo. L’altra invece, secondo cui ai rom saranno assegnate case popolari è, allo stesso modo, falsa. Una pura invenzione. La procedura per l’assegnazione delle case popolari – tiene a ribadire Grillo – è e resta identica per tutti: anche i rom dovranno sottostare alle stesse regole di un qualunque cittadino. Solo il buon senso, in assenza di un sistema mediatico oggettivo e imparziale, può aiutare a comprendere veramente come stanno le cose. E noi siamo certi che i romani sapranno distinguere tra le urla di un Salvini e il lavoro di un’amministrazione che per la prima volta, a Roma, ha iniziato a rimettere in ordine le cose”. Ovviamente, tempistica a parte, resta da capire dove andranno a finire i 700 cittadini rom ’sfrattati’ da questi campi. Nelle graduatorie? E nell’attesa dove vivranno?
    M.