Home ATTUALITÀ BREAKING NEWS Coronavirus, in Lombardia sono 14 i casi. Ansia nel Veneto

Coronavirus, in Lombardia sono 14 i casi. Ansia nel Veneto

La buona notizia è che ‘finalmente’ per chiunque rientra dalla Cina scatterà automaticamente la quarantena. Quella brutta è che nel frattempo chi è rientrato senza quarantena ha già combinato il casino!
Infatti al Nord al momento si parla di 14 casi con i nuovi 8 casi che vedono coinvolti cinque operatori sanitari e tre pazienti.
A riferirlo è stato l’assessore al Welfare della Regione lombarda, che ha riferito ai giornalisti: “La cabina di regia ha deciso con gli amministratori un’ordinanza con misure precise per l’area in cui si muovono le persone individuate oggi come positive e relativa a 10 comuni: Codogno, Castiglione, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini e San Fiorano”.

Zaia: “No panico, ma la prima regola è l’isolamento”

Dal canto suo il governatore del veneto, Luca Zaia, ha informato che “Per noi le analisi sono positive, stiamo aspettando la conferma dallo Spallanzani, ho parlato più volte con Borrelli oggi pomeriggio, sono due cittadini di Vo’ Euganeo, uno del ’42 e uno del ’53, uno in condizioni critiche in terapia intensiva. Siamo preoccupati, ho parlato col sindaco di Vo’ Euganeo per adottare tutte le misure: chiusura delle scuole, degli esercizi commerciali, cercando di ricostruire tutte le attività sociali e i contatti che queste persone hanno avuto per capire qual è il livello di cordone sanitario da mettere in atto. Non bisogna diffondere il panico, ma la prima regola è l’isolamento – ha ribadito Zaia – Queste due persone hanno avuto dei contatti in loco, non sono andate in Cina, non sono il classico caso sospetto. Venivano dall’ospedale di Schiavonia e sono ricoverati in Azienda ospedaliera a Padova con tutte le procedure previste dalla task force. Stiamo lavorando anche sul fronte dell’eventuale necessità di una struttura dedicata a eventuali contagiati, perché non sappiamo qual è l’entità del contagio. La procedura andrà a pescare tutte le persone che hanno avuto un contatto, i cittadini sono stati curati per normali patologie, sono state applicate tutte le direttive dell’Oms, si tratterà di capire che tipo di contatto hanno avuto”.

“Tutti gli ospedali d’Italia si preparino”

Una situazione inquietante sulla quale è intervenuto anche il ministro della salute Speranza, che ha annunciato: “Stiamo lavorando a un’ordinanza a doppia firma del ministero della Salute Regione Lombardia, con la condivisione totale del commissario Angelo Borrelli, che prevede la sospensione delle attività commerciali, escluse quelle di pubblica utilità, delle attività lavorative nelle aziende, favorendo il telelavoro, la sospensione della attività ludiche e di quelle educative dell’infanzia“.
Se nel mondo si continua a parlare del ‘contenimento’ dell’epidemia, da noi invece il picco sembra essere ‘sbocciato’ ora, e non a caso l’ordine è che “Tutti gli ospedali d’Italia si preparino”.

“Non possiamo escludere nuovi casi in altre regioni”

Del resto, lo stesso Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), poco fa ha affermato che “Non è detto che non possano esserci altri casi, anche in aree diverse“.
Riguardo poi ai casi registrati in Veneto – al momento definiti ancora sospetti – Rezza ha commentato che “potrebbero non essere legati al focolaio lombardo. In Istituto stiamo lavorando sulle conferme“.

Il 38enne di Lodi, grave, ha coinvolto 250 persone

Riguardo invece lo specifico caso di Lodi, l’esperto sospetta “Un focolaio analogo a quello registrato si era verificato già in Germania ed è stato contenuto in tempi relativamente brevi. Le misure di controllo adottate dal ministero della Salute che prevedono oltre all’isolamento ospedaliero dei casi e alla quarantena dei contatti, anche misure di distanziamento sociale nelle zone colpite, sono tra le più restrittive in caso di epidemia. Una priorità è rappresentata dalla individuazione della fonte d’infezione sulla quale però non c’è ancora certezza – ha tenuto a precisare Rezza – Da questo dipenderà anche la necessità di eventuali ulteriori misure – conclude la nota – Il livello di allerta e molto alto e le autorità locali hanno già attuato importanti indagini e misure di controllo in collaborazione con tutte le Istituzioni coinvolte”. Ciò che spaventa in merito al 38enne ora in gravi condizioni nella terapia intensiva, è che prima di essere ricoverato definitivamente, nei giorni precedenti aveva giocato a calcio con la squadra del bar Picchio di Castiglione d’Adda e, oltretutto, partecipato a un corso della Croce Rossa sabato mattina. Una serie di ‘relazioni’ che hanno per coinvolgere qualcosa come 250 persone nel lodigiano!

Codogno si è trasformato in un ‘comune fantasma’

Nel frattempo, precauzionalmente, a Codogno è stato subito chiuso il pronto soccorso, ed è stata attivata una speciale squadra per la disinfezione degli ambienti. Ma nono solo. Sempre a Codogno tutti i bar e ristoranti hanno tirato giù le saracinesche. Come ha spiegato Severino Giovannini, assessore ai lavori pubblici del comune di Codogno, “Per i cittadini resta valido l’invito a restare a casa. E’ inutile creare allarmismi, seguiamo le indicazioni dell’assessore Gallera. Noi siamo pronti a intervenire e fare quello che deve essere fatto. Le scuole stanno chiudendo – ha aggiunto ancora l’assessore – alcuni genitori sono andati a prendere i bambini prima nel panico generale ma non serviva”.
Max