Corteo dei movimenti, delegazione da Nieri e tende ai Fori Imperiali

    Da piazza della Repubblica al Campidoglio, un mese dopo gli scontri del 12 aprile, i movimenti sociali romani hanno riattraversato Roma e alla fine è scattata l’accampata-lampo, sospesa già prima della mezzanotte, con le tende montate tra via dei Fori Imperiali e Piazza Venezia. “Liberiamo Roma da divieti, rendita e precarietà” recitava lo striscione che apriva il corteo partito con qualche centinaio di manifestanti attorno alle 17.30 da piazza della Repubblica per snodarsi lungo via delle Terme di Diocleziano, via Giovanni Amendola, Largo Corrado Ricci e via dei Fori Imperiali. Ad accompagnare il corteo un massiccio spiegamento di forze dell’ordine lungo il percorso. Alla fine una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal vicesindaco Nieri, dall’assessore alle Politiche abitative Ozzimo e dai capigruppo dell’aula Giulio Cesare. E intanto ai Fori Imperiali erano state montate le tende dell’accampata, che è finita poche ore dopo: “Abbiamo giudicato positivo l’incontro con l’amministrazione comunale e la maggioranza – spiega Luca Fagiano coordinatore del movimento Lotta per la Casa – ed abbiamo deciso di levare le tende”. In via Cavour, all’altezza di via degli Annibaldi, azione lampo di un gruppo di manifestanti che avevano esposto lo striscione “L’11/7 tutti a Torino contro il vertice europeo sulla disoccupazione giovanile #Renzistaisereno”: fumogeni verdi e l’urlo “Renzi ci vediamo a Torino” hanno accompagnato il flash mob, prima che il corteo riprendesse la marcia verso il Campidoglio. Nel mirino dei manifestanti, oltre al dl lavoro contro cui è stato convocato un presidio per domani alle 15 sotto Montecitorio, c’è il piano casa del ministro Lupi attualmente in discussione in Parlamento. “Vorremmo che Marino – aveva detto Fagiano – prendesse una posizione chiara sul decreto Lupi, in primis sull’articolo 5 che prevede il taglio all’erogazione di elettricità nelle case occupate, ma ne contestiamo l’intero impianto perché taglia fuori quei settori sociali che sono sprofondati nell’emergenza, non prevedendo nessun finanziamento all’edilizia sociale pubblica, nessun blocco degli sfratti”. I manifestanti avevano portato svariati striscioni contro il piano casa ma anche contro il governo in generale. Una donna travestita da Cappuccetto rosso mostrava un cartello sul quale si legge: “Attenti a lupi”. Proprio sul tema casa, intanto, è intervenuto il vicesindaco Luigi Nieri: “Dopo un attento lavoro di verifica dei beni inutilizzati, sottoutilizzati o male utilizzati da Roma Capitale negli anni passati, abbiamo individuato nove edifici scolastici dismessi da destinare a edilizia residenziale pubblica. I primi otto sono un’ex scuola nell’VIII municipio, cinque edifici scolastici nel V municipio, due nel III municipio e uno nel VII municipio” ha detto. “Il decimo edificio- spiega Nieri- sarà un bene sequestrato alle mafie che si trova in VIII municipio. Ci sono, inoltre, alcuni altri beni confiscati che possono essere utilizzati per fini residenziali. Si tratta di diversi appartamenti di ampia metratura dove è possibile sperimentare modelli di co-housing. Abbiamo individuato anche alcune aree dismesse all’interno dei Piani di zona dove porre in essere interventi di rigenerazione urbana e densificazione residenziale”. “Con un lavoro congiunto fra l’assessorato al Patrimonio, quello alle Politiche abitative e quello alla Trasformazione urbana- conclude il vicesindaco- nei prossimi mesi metteremo in piedi una serie di iniziative che porteranno all’individuazione di circa 1.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica ed edilizia sociale. Grazie a fondi stanziati dalla Regione Lazio, inoltre, a breve avremo a disposizione le risorse utili a ristrutturare e riqualificare gli immobili individuati e completare, dunque, gli interventi previsti per contrastare l’emergenza abitativa in città”. Ma i manifestanti rispondono anche a Nieri. “Si tratta del tentativo – dichiara Fagiano – di dimostrare impegno, ma ora ci dovrà spiegare di che misure si tratta e gli effetti nell’immediato. Abbiamo visto di nuovo un atteggiamento muscolare da parte di questura e Ministero degli Interni. Forse dà fastidio che si manifesti mentre si parla di divieto di proteste al centro di Roma”. Obiettivo, dunque il Campidoglio. “Nel caso l’incontro non sia soddisfacente o non riuscissimo a entrare in Campidoglio, scatterà la acampada”.