DALLAS – UN EX RISERVISTA SEMINA IL PANICO DURANTE LA PROTESTA DEGLI AFROAMERICANI: UCCISI 5 AGENTI E FERITE 14 PERSONE. OBAMA: ‘ATTACCO FEROCE E CALCOLATO CONTRO LA POLIZIA’

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    Avevano scelto una piazza ‘eclatante’, come Dallas, luogo simbolo – Kennedy – e storicamente tatuata nell’anima degli americani, per manifestare contro gli ultimi episodi di violenza (in Minnesota e in Louisiana i più recenti), in seguito ai quali negli ultimi giorni due afroamericani sono stato freddati dagli agenti per futili motivi. E mentre nel Paese spontaneamente gli afroamericani (affiancati da altrettante migliaia di ‘bianchi’), hanno pacificamente ribadito i loro diritti, ‘un cecchino’ ha seminato panico e sangue. Nel mirino del folle ‘esecutore’ agenti e, se possibile, individui di razza bianca. Il bilancio parla di 5 poliziotti uccisi e di 14 persone ferite (tra questi 12 agenti e 2 civili). Sulle prime le forze dell’ordine hanno fermato 3 sospetti per poi individuare l’artefice di tale strage, asserragliato in un garage. Dopo aver mirato per diverso tempo “da una posizione elevata”, ha raccontato ai media David Brown, capo della polizia di Dallas, il cecchino aveva tenuto gli agenti in scacco minacciando “di far saltare tutto”. Ne è seguita una lunga e drammatica trattativa poi conclusasi con una tremenda esplosione. Deflagrazione che secondo fonti non confermate, sarebbe seguita all’intervento di un robot inviato sul posto, per far detonare un ordigno piazzato dallo stesso sospetto. Come poi riportato dal ’Los Angeles Times’, l’uomo che ha tenuto in scacco la polizia di Dallas per diverse ore è un ex riservista 25enne dell’esercito: Micah Xavier Johnson, e non aveva precedenti penali. Questo spiega il suo sangue freddo e la meticolosità che ne ha contraddistinto l’azione. Johnson era residente nell’area di Dallas, mentre la sua famiglia vive a Mesquite, poco distante dalla città. A quanto sembra, secondo quanto riferito dal capo della polizia, l’ex riservista “voleva uccidere bianchi, soprattutto poliziotti bianchi, perché arrabbiato per le recenti uccisioni da parte della polizia. Ai nostri negoziatori ha detto che la fine stava venendo – ha aggiunto l’alto dirigente – e che avrebbe ucciso altri di noi e che vi erano bombe piazzate nel garage e nel centro della città. Ha detto di non essere collegato con nessun gruppo, ha detto di aver fatto questo da solo”, Brown ha poi precisato che delle tre persone sospette arrestate, uno di loro è stato fermato vicino al garage, gli altri due invece sono stati bloccati dopo essere partiti a tutta velocità su una Mercedes nera a bordo della quale avevano caricato una borsa mimetica. Intanto, ai microfoni della Cnn, un testimone che ha riferito di aver assistito all’uccisione di un agente dalla finestra di un albergo, ha ripercoso quei terribili istanti: “Sembrava tutto preparato: il killer sapeva dove posizionarsi. Aveva le munizioni a portata di mano, non erano piccoli caricatori, ma caricatori ad alta capacità. Onestamente ha poi aggiunto il testimone sembrava un’esecuzione. Ha sovrastato il poliziotto e quando è caduto gli ha sparato tre o quattro volte nella schiena”. Gli spari durante il raduno di protesta hanno provocato il panico e un fuggi fuggi generale fra la folla che stava partecipando alla protesta vicino al ’John Kennedy Memorial’. Secondo quanto riferito da diverse emittenti americane, tra i civili feriti nella sparatoria c’è anche una 37enne afroamericana, raggiunta ad una gamba. La sorella ha raccontato alla ’Nbc’ che la donna si è poi buttata a terra facendo scudo col suo corpo al figlio quindicenne, mentre gli altri tre figli sono corsi via perdendosi nella folla. Sul fronte ‘politico’, dopo le esternazioni di Hillary Clinton rispetto alla condotta troppo lasciva degli agenti, è stato il presidente Obama a ‘tuonare’ contro quest’insostenibile ondata di violenza:  “A Dallas è stato condotto un attacco feroce, calcolato e orribile contro la polizia”, ha dichiarato il numero uno della Casa Bianca, Varsavia, dove si trova per partecipare al vertice della Nato e dove ha incontrato il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ed il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. Per gli attacchi “non c’è alcuna giustificazione possibile, sarà fatta giustizia”, ha aggiunto. Estendendo le sue “più profonde condoglianze” ai familiari degli agenti uccisi, il presidente americano ha detto di essere stato aggiornato sugli eventi dal suo staff e di aver parlato con il sindaco di Dallas Mike Rawlings per offrire “qualsiasi assistenza necessaria”. A Dallas, gli agenti “erano in servizio per mantenere la gente sicura durante una manifestazione pacifica di protesta”, ha sottolineato Obama, aggiungendo “di parlare a nome di ogni americano nel dire che siamo inorriditi e ci stringiamo uniti con la gente e la polizia di Dallas”. Quanto accaduto, ha detto ancora, ci ricorda “i sacrifici” che fa la polizia per noi. Infine il presidente ha rimarcato come la possibilità di possedere armi automatiche renda questo tipo di attacchi “più tragici. Non conosciamo ancora tutti i fatti. Sappiamo che a Dallas vi è stato un attacco feroce, calcolato e orribile contro la polizia – ha proseguito Obama – Secondo la polizia, vi sono diversi sospetti. Scopriremo di più sulle loro perverse motivazioni. Siamo chiari. Non vi sono giustificazioni possibili per questi attacchi o per ogni violenza contro la polizia. Chiunque sia coinvolto in questi assassinii insensati dovrà risponderne pienamente. Giustizia sarà fatta”. Quindi il presidente è tornato a un argomento a lui molto caro (e per questo a sua volta contestato da molti), come la vendita indiscriminata nel Paese di armi pericolosissime: “Sappiamo anche che quando la gente è dotata di armi potenti, questo rende gli attacchi come questo più letali e più tragici. Nei prossimi giorni dovremo considerare anche questa realtà. Intanto il nostro primo pensiero è con le vittime e le loro famiglie”.

    M.