De Vito chiave di volta degli squali del cemento

    De Vito finito nel ciclone della giustizia ed in manette: il presidente dell’Assembea Capitolina viene considerato come il chiavistello di tutto un sottobosco operativo che mirava a coordinare, orientare e veicolare iniziative e decisioni strategiche a livello infrastrutturale cittadino in favore di quelli che vengono da qualcuno definiti come squali del cemento. O, altrimenti detti, palazzinari. De Vito era la chiave di volta, l’apri-tutto, che dir si voglia: così, grazie a lui, i palazzinari sono arrivati fino alle porte più alte degli inarrivabili grillini. Che ora inorridiscono, gridano vendetta, alzano la bandiera dalla giustizia e la chiedono a viva voce per sottolineare i distinguo: a partire da Di Maio, che ha espulso De Vito su due piedi.

    De Vito chiave di volta degli squali del cemento. Dalle pressioni agli assessori ai contatti con i costruttori, genesi del ruolo di De Vito

    La genesi del ruolo di De Vito all’interno di un meccanismo operativo di corruzione e illegalità che a quanto pare la Roma abituata ai ’mondi di mezzo’ proprio non riesce a scordare nonostante la introduzione dei valori di legalità grillini nelle più alte stanze dei bottoni capitolini, parte dai rapporti con i vari Parnasi, Toti e Statuto e passa dalle pressioni sull’assessore all’Urbanistica Montuori, sul fedelissimo della sindaca e assessore allo Sport Daniele Frongia e l’ex capogruppo M5s Paolo Ferrara. Occhio anche ad Acea:  perquisite sede della società e l’abitazione dell’ad Donnarumma
    “Una conoscenza al Comune, sai, fa sempre comodo, non si nega a nessuno “. Il leitmotiv è sempre lo stesso: quello tramite cui Mezzacapo attraeva clienti, soprattutto costruttori, offrendo loro in pasto la carne fresca di uno dei politici grillini più in auge e influente: Marcello De Vito appunto. I due sono stati arrestati ieri per corruzione. L’amico in ’Comune’ e in comune tra Mezzacapo e gli squali del cemento era appunto il presidente dell’Assemblea capitolina. De Vito stando a quanto emerge otteneva soldi in baratto alla sua influenza nel favorire chi doveva ’corrompere’ per far procedere iter strutturali. Mezzacapo e De Vito avrebbero avuto copiose interazioni con i corruttori (Parnasi, Statuto e Toti). Tra gli obiettivi di De Vito anche l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori: i pm lo hanno interrogato come persona informata sui fatti.