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Disoccupazione e produttività per l’Istat migliorano

Vista l’attuale situazione economica, rispetto al rapporto relativo alle proiezioni sull’economia italiana nel 2019-2020 – illustrato stamane dall’Istat – prendiamo subito in esame di due dati principali: disoccupazione e produttività.
La recente ondata di ‘positività’ che sembra influenzare – ed determinare – il mercato del lavoro, sarebbe il propulsore migliore per far si che si giunga a ritmi superiori rispetto a quelli del Pil che, secondo l’Istat, se letto in termini di unità di lavoro, nell’ultimo biennio segna un +0,7%. Una condizione che indubbiamente concorrerebbe a veder migliorare entro l’anno (10,0%), il tasso di disoccupazione, che potrebbe però poi subire una live flessione nell’anno entrante, toccando il 9,9%.
Sul fronte della produttività invece, prosegue purtroppo la ‘bassa’ crescita. Misurata in ore lavorative, secondo l’Istituto di Ricerca, nel biennio 2014/18 la produttività del lavoro è infatti cresciuta con una media annua del +0,3%. Se invece si entra nello specifico, nel 2018 la produttività del lavoro è purtroppo diminuita dello 0,3%.

Il Pil inizierà lentamente a risalire

Ad ogni modo, si legge nel rapporto presentato oggi, nell’anno corrente per il Pil – in termini reali – si prevede un aumento dello 0,2%. Tuttavia, nell’anno entrante il Pil dovrebbe presentare – seppure lieve – un aumento pari al +0,6%.
Certo, manco a dirlo, inevitabilmente tali proiezioni subiscono eventuali ribassi per via dell’influsso determinato dalle tariffe e le ‘turbolenze’ politiche, che a loro volta finiscono per condizionare il commercio internazionale, dettando incertezza tra gli operatori.
Sempre nel corso del 2019, al netto delle scorte, la domanda interna concorrerebbe positivamente alla crescita del Pil (circa 0,8 punti percentuali). Così come dovrebbe giocare un ruolo positivo anche il contributo della domanda estera, che aiuterebbe a guadagnare circa 0,2 punti percentuali. Infine, nel prossimo anno non dovrebbe subire variazioni il contributo della domanda interna che, come in questo 2019, dovrebbe confermare l’attuale +0,7 p.p.).
Max