DOPO TRE ANNI, SFIORANDO LA SOGLIA DEI 190 PUNTI NEGLI ULTIMI GIORNI, TORNA L’INCUBO SPREAD: IN CALO I PREZZI DELLE OBBLIGAZIONI E RENDIMENTI IN ASCESA TRA GERMANIA ED ITALIA

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    Tre anni fa era nella bocca di tutti e catalizzava imprecazioni e maledizioni per l’inaffidabilità economica che comportava nei Paesi dell’Eurozona in forte crisi. Ed oggi si scopre che il famigerato spreadtorna a turbare il sonno degli investitori. Quello che tecnicamente altro non è che il differenziale tra i rendimenti dei titoli di Stato italiani e il decennale tedesco (Bund), fluttua attualmente intorno a 186 punti base, con una variazione nell’ordine del +1,20%, dopo aver sfiorato la soglia dei 190 punti negli ultimi giorni (record dal mese di febbraio 2014). Tradotto, ha già inciso sul calo dei prezzi delle obbligazioni (con conseguente ascesa dei rendimenti), di Germania ed Italia. Secondo l’esperto di gestioni di Banca Albertini Syz, Angelo Drusiani, i mercati dell’Eurozona premono per un rendimento superiore perché ilQuantitative Easing(ovvero il massiccio programma di acquisti mensili di titoli messo in campo dalla Banca Centrale Europea, ndr) è destinato a finire, anche alla luce della crescita dell’inflazione a cui si sta assistendo nel Vecchio Continente: la soglia del 2% fissata dall’Eurotower, infatti, potrebbe essere presto raggiunta. Non va inoltre sottovalutato il fattore USA. LaFederal Reservedi Janet Yellen dovrebbe optare in tempi brevi per un nuovo rialzo dei tassi di interesse, ’contagiando’ anche l’Europa. Sulk fronte italiano invece, spiega Stefano Gianti, esperto di investimenti di Swissquote, sostiene che le vendite dei titoli di Stato del nostro Paese sono influenzati da due fondamentali fattori: ladifficile situazione del sistema bancario italiano, e la debole ripresa economica. Non ultimo, il clima di perenne incertezza politica che spaventa non poco gli investitori esteri. Secondo Drusiani le quotazioni dei titoli di Stato italiani scenderanno ancora. “Se poi – evidenzia – il decennale dovesse arrivare a un rendimento del 2,50%, a quel punto si potrebbe anche provare a comprare, fermo restando che la prospettiva dovrebbe comunque restare quella di prezzi discendenti”. Per non incorrere in minusvalenze si potrebbe sempre puntare sull’azionario dei paesi emergenti, o di Giappone e USA. Volendo rimanere nell’obbligazionario, invece, Drusiani suggerisce di “mediare tra titoli a cedola fissa e Cct, che rappresentano titoli che in prospettiva aiutano a evitare che il capitale si svaluti”.In generale gli esperti, a chi effettua acquisti rispetto all’attuale spread, consigliano di prepararsi adulteriori cali del prezzo.

    M.