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“Draghi si dimette domani”, assicurano da Palazzo Chigi: alle 9 sarà a Montecitorio, e poi salirà al Colle

Ormai ‘telefonata’ la cronaca finale di questa lunghissima giornata, si è consumata con la risoluzione Casini (sulla quale il capo dell’esecutivo aveva posto la fiducia), passata al Senato (presenti 192 senatori, dei quali ‘votanti’ 133), con ‘appena’ 95 voti favorevoli. Al momento del voto i senatori di Lega e Forza Italia sono usciti dall’aula. Nello specifico in 38 hanno votato contro, mentre non si è contato nessun astenuto. Ovviamente il quorum, pur non avendo votato, è stato garantito dalla presenza in aula dei senatori grillini.

Draghi in serata non è salito al Colle per riferire a Mattarella su quanto accaduto oggi in Senato

Contrariamente a come si pensava, in serata il premier Draghi non è più salito al Colle per riferire al Presidente quanto accaduto oggi in Senato ma, assicurano fonti interne a Palazzo Chi, lo farà domani in mattinata.

“Draghi si dimette domani”, assicurano da Palazzo Chigi: alle 9 sarà a Montecitorio, e poi salirà al Colle

Tuttavia le stesse voci, come purtroppo abbiamo ‘intuito’ tutti, danno per certo cheDomani il premier andrà alla Camera solo per dimettersi. Game over“. Dunque, se così fosse – ed i motivi di dubitarne a questo punto sono quasi inesistenti –  domani alle 9 Draghi prima si recherà a Montecitorio per annunciare le sue dimissioni, e poi si recherà da Mattarella, al Quirinale.

Tecnicamente Draghi è ancora presidente del Consiglio, vedremo cosa farà Mattarella. Elezioni subito, soluzione poco pratica

Nulla da obiettare ma, conoscendo gli ‘oscuri’ meccanismi che da sempre regolano ad animano i meccanismi della politica italiana, seppure ‘ai limiti dell’impossibile’, è bene non escludere un improvviso colpo di scena. Non va infatti dimenticato che, al di la di tutto, in base ai numeri Draghi ‘è ancora’ il presidente del Consiglio. Certo se, come detto, se Draghi è deciso a presentarsi da Mattarella per ‘mollare’ così è, ma siamo sicuri che il Presidente accetterà a favore delle elezioni? Un’eventualità per certi versi poco praticabile – c’è ancora molto da fare alla Camera – e, prima di aprire le consultazioni, forse il Capo dello Stato potrebbe ‘ritardare’ prima di sentire i presidenti del Senato (Casellati), e della Camera (Fico), atto che precede lo scioglimento delle stesse Camere. Del resto, andare alle elezioni significa che non c’è un altro governo: ma la situazione è davvero questa? Aspettiamo…

Max