ECCO L’ITER BUROCRATICO CHE, PER I PRIMI DI APRILE, CI PORTERA’ AD UN NUOVO GOVERNO

    Dopo l’eclatante tornata elettorale, ora si entra nel vivo dell’iter istituzionale che – salvo ’sorprese’ – come vedremo, concluse le varie procedure per l’insediamento delle Camere e dei Gruppi parlamentari, terminerà all’incirca fine mese, probabilmente l’1 aprile, per la domenica di Pasqua. Premesso che, nel frattempo, Gentiloni manterrà la carica di presidente del Consiglio, per gli affari correnti, il mese di aprile si aprirà con l’inizio delle consultazioni da parte del del Presidente Mattarella, che dovrà capire, intanto ’se’, ed eventualmente poi come poter dar vita a una maggioranza in grado di rappresentare un governo. Quindi i presidenti delle Camere, l’ex capo dello Stato Napolitano, e i rappresentati dei gruppi parlamentari, saliranno al Colle per le consultazioni al termine delle quali Mattarella deciderà cosa fare: conferire o meno l’incarico esplorativo o, diversamente, l’incarico pieno per formare il nuovo governo. Nel dettaglio, esauriti gli scrutini, tra l’8 ed il 9 marzo (dopo che il Viminale avrà diffuso i dati definitivi), verranno assegnati i seggi e proclamati gli eletti. Da subito i nuovi parlamentari si metteranno al lavoro, mentre i deputati ed i senatori si registreranno in Parlamento. Quindi, come da legge, che prevede la prima seduta delle nuove Camere entro 20 giorni dalle elezioni, l’appuntamento è per il 23 marzo, quando saranno eletti i due presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama. Nello specifico, come da regolamento, l’elezione del presidente della Camera avverrà a scrutinio segreto. Perché possa essere eletto occorre la maggioranza dei due terzi dei componenti nella prima votazione, la maggioranza dei due terzi dei voti nella seconda e, dopo il terzo scrutinio, la maggioranza assoluta dei voti. Ben diverso invece l’iter che porta alla presidenza del Senato. Ugualmente votato a scrutinio segreto, nelle prime due tornate di voti si richiede la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell’assemblea. Qualora l’esito non sia positivo, allora è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti dei senatori presenti nel terzo scrutinio. Nel caso in cui nessuno riportasse poi la maggioranza richiesta, sempre nello stesso giorno, il Senato procederà al ballottaggio fra i due candidati che abbiano ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti, anche per il ruolo di supplente del Capo dello Stato che il presidente del Senato è chiamato a svolgere. Ricordiamo che a parità di voti è eletto, o entra va al ballottaggio, il più anziano di età. Dunque, tra sabato 24 e domenica 25 marzo dovremmo avere il nuovo presidente del Senato. Nel frattempo, sempre in coincidenza di tale data, i parlamentari dovranno rendere noto il gruppo di appartenenza. I deputati e senatori che non abbiano dichiarato a quale gruppo appartengono, vengono iscritti nel gruppo misto. Salvo diversa autorizzazione dell’Ufficio di Presidenza, ricordiamo, il numero minimo per costituire un gruppo parlamentare è di 20 deputati alla camera, e 10 senatori al Senato. Infine, il 27 marzo, dopo aver eletto ciascun gruppo parlamentare il proprio presidente, sarà convocata una nuova seduta per l’elezione dell’Ufficio di presidenza, da parte di un gruppo formato da quattro vicepresidenti, tre questori e otto segretari d’Aula. Poi, come abbiamo spiegato, toccherà al Presidente Mattarella.
    M.