EGITTO – OMICIDIO REGENI, PER IL MINISTERO DELL’INTERNO DEL CAIRO ‘NON SI ESCLUDE UNA VENDETTA PERSONALE O UN MOVENTE CRIMINALE’

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    “Un movente criminale o il desiderio di una vendetta personale”. Il ministero dell’Interno del Cairo ‘cerca’ anche altre soluzioni sull’omicidio di Giulio Regeni. “In base alle informazioni disponibili, tutte le possibilità sono aperte – spiegano dal ministero egiziano –  tra cui il movente criminale o la volontà di vendetta per ragioni personali. C’è qualcuno che insiste nell’anticipare i risultati dell’inchiesta e nel diffondere dicerie, che poi vengono riprese dai quotidiani stranieri, senza alcun indizio materiale. In questo modo si diffondono notizie errate che ingannano l’opinione pubblica, in una corsa allo scoop senza alcun sostegno a livello di informazioni. Gli apparati di sicurezza egiziani hanno creato un team d’indagine per studiare il caso e rivelarne i retroscena attraverso un piano integrato che ha tra i suoi cardini principali un attento esame della vittima e dei suoi contatti – prosegue la nota, sottolineando che – le indagini hanno confermato la ramificazione degli ambienti con cui Regeni era in contatto e i suoi numerosi rapporti, nonostante il ristretto lasso di tempo in cui ha soggiornato nel Paese, ovvero non più di 6 mesi”. A tal proposito “il team ha individuato alcuni dei contatti di Regeni e ha convocato delle persone provenienti da quei circoli, sia egiziani che stranieri, con i quali ha parlato in dettaglio dei loro rapporti con la vittima”, aggiungono ancora dal ministero dell’Interno, dove tengono anche a sottolineare “la stretta collaborazione tra gli apparati di sicurezza egiziani e il team italiano che si trova in Egitto dal 5 febbraio per seguire le indagini sul caso”. Ed a proposito dell’assoluta disponibilità da parte del governo del Cairo, a collaborare con l’Italia, l’ambasciatore egiziano a Roma tiene a rimarcarlo: “Totale cooperazione con Italia. Stiamo collaborando totalmente con la delegazione italiana, che è qui al Cairo, perché sappiamo che le nostre relazioni sono molto importanti e non abbiamo nulla da nascondere”, afferma il diplomatico egiziano Amr Helmy ai microfoni di  Radio Anch’io. L’ambasciatore inoltre sottolineato i”molti dubbi sui rapporti di stampa sul caso”e ha puntualizzato che non può esser esclusa “la possibilità che si sia trattato di unatto criminalee l’altra possibilità è che si sia trattato di unatto di terrorismo da parte di chi vuole distruggere le relazioni tra Egitto e Italia. E’ la prima volta nella storia dell’Egitto che a un team straniero consentiamo di venire in Egitto e questo indica come siano forti le nostre relazioni e come vogliamo cooperare pienamente con voi per scoprire chi ha commesso questo crimine”, ha detto Helmy, invitando ad “aspettare le indagini”. Il diplomatico ha poi citato l’attacco dello scorso luglio al consolato italiano al Cairo: “Questo crimine potrebbe essere stato commesso da persone che vogliono distruggere le relazioni tra Italia ed Egitto. Dobbiamo essere pazienti e oggettivi e dobbiamo realizzare che le nostre relazioni sono molto importanti non solo per la situazione in Libia ma perché siamo il più forte attore nel Mediterraneo”.

    M.