Fiscalità, la Lega presenta 578 emendamenti in parlamento

    Allargare la sanatoria del decreto fiscale anche alle casse dei comuni italiani, dall’Imu alla Tasi, all’imposta sulle insegne. Sono alcune delle iniziative contenute in un emendamento della Lega che lo ha mostrato di fronte alla Commissione finanze del Senato. “Con riferimento alle entrate, anche tributarie, dei comuni, non riscosse a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale, notificati, negli anni dal 2000 al 2017, dagli enti stessi e dai concessionari della riscossione, i medesimi enti locali – c’è scritto – possono stabilire, entro il termine fissato per la deliberazione del bilancio annuale di previsione, l’esclusione delle sanzioni”. Un altro provvedimento del Caroccio (il cui primo firmatario è Enrico Montani) dovrebbe far radoppiare la multa (compresa tra 848 e 3.393 euro) prevista per gli automobilisti colti a più riprese viaggiare senza assicurazione. Nei casi in cui l’infrazione viene ripetuta, è stato proposto dalla Lega anche “la sanzione amministrativa accessoria del fermo amministrativo del veicolo per quarantacinque giorni” e “la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente per sessanta giorni”. Altro provvedimento del partito di Salvini riguarda l’introduzione di una nuova tassa, che vada a riempire il Fondo infrastrutture del Mef, che sarà valida per tutti i trasferimenti in denaro in Paesi fuori dalla zona Euro, con un prelievo dell’1,5% su tutte le operazioni oltre i 10 euro. Il provvedimento tende ad avere un occhio di riguardo anche verso le aree colpite dal maltempo, nelle quali le concessioni potrebbero essere in automatico allungate sino al 2045 e al no profit, con la nascita di una nuova ’lotteria filantropica’. Non c’è traccia, invece tra gli emendamenti parlamentari, della pace fiscale sulle cartelle per chi si ha riscontrato problemi, divisi per fasce di reddito, proposta che ancora è in fase di lavorazione (per i costi che comporta) e che potrebbe giungere come provvedimento governativo o del relatore quando sarà ultimata. Un mese fa circa il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri, ha reso noto il piano che ha in mente il partito di Matteo Salvini, mettendo l’accento che la pace fiscale potrebbe comportare tre scaglioni di pagamento al 6%, al 10% e al 25% secondo lo stato patrimoniale e reddituale del contribuente che ne fa domanda. E, a titolo esemplificativo, Siri ha aggiunto che l’aliquota del 6% potrebbe per esempio andare unicamente ai contribuenti monoreddito con un figlio sotto i 18 anni a carico. In totale i senatori hanno posto sul banco parlamentare 578 emendamenti, che saranno votati, probabilmente, a partire dalla metà della prossima settimana. Nessuna novità invece per ora alla norma della legge di Bilancio che chiarisce le modalità di rimborso ai risparmiatori truffati. Dopo l’incontro che si è tenuto con i sottosegretari all’Economia Massimo Bitonci (Lega) e Alessio Villarosa (M5S) in molti hanno espresso il loro disappunto: “Anche oggi speravamo in un incontro più risolutivo con il governo ed invece non c’è stato tempo per molte domande che avremmo voluto fare, e che la stessa ’Associazione vittime del Salvabanche’ non ha potuto fare. – ha commentato il presidente dell’Associazione truffate dal decreto salvabanche, Letizia Giorgianni – Ad oggi rimane, per l’ennesima volta, il fondo di 1 miliardo e mezzo, ma sono ancora poco chiare le modalità del rimborso. I risparmiatori avrebbero voluto più chiarezza, che purtroppo non c’è stata. E rimangono ancora delle incongruenze. Si parla di rimborso degli azionisti al 30 per cento, che per ammissione di alcuni esponenti di governo potrebbe salire al 45 o sicuramente al 50 per cento. Noi, però, ovviamente ci basiamo sulla norma che è uscita. Il governo afferma che tutte queste modifiche migliorative saranno inserite nel collegato fiscale, ma ovviamente non conosciamo né i tempi né le modalità, e permane almeno da parte dell’Associazione vittima del Salvabanchè profonda insoddisfazione”.