Fondi Lega, rogatoria dei pm in Lussemburgo

    Non sembra ancora essere arrivata ad una conclusione la vicenda relativa ai rimborsi elettorali della Lega, vicenda che vede al momento coinvolto il senatore Umberto Bossi. Secondo l’ipotesi investigativa iniziale, una parte dei 49 milioni di rimborsi elettorali 2008-2010 – che la Lega deve restituire allo Stato – potrebbero essere finiti in un fondo del Granducato. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto, la pm Paola Calleri e il colonnello Maurizio Cintura capo del Nucleo di polizia tributaria di Genova si sono recati a Lussemburgo proprio per confermare i loro dubbi: hanno personalmente esaminato la documentazione del fondo Pharus Management, società di gestione patrimoniale che opera anche in Svizzera, e hanno anche sentito alcune persone a conoscenza di passaggi e provenienza dei soldi.
    Sarebbe iniziato tutto con una decina di milioni di euro che, dopo la caduta di Umberto Bossi e la condanna in coppia con l’ex tesoriere Francesco Belsito, dalle casse della Lega sarebbero finiti in una serie di conti correnti bancari; dispersi successivamente in alcune fiduciarie riconducibili, secondo la procura, a soggetti vicini al Carroccio, sarebbero poi rientrati in un conto di ’transito’ della Cassa di Risparmio di Bolzano.
    La Sparkasse ha investito dieci milioni nel fondo Pharus e all’inizio di quest’anno tre milioni sono ritornati in Italia. A quel punto è scattata una segnalazione dell’antiriciclaggio, Sparkasse ha però ribattuto che si trattava di “investimenti propri della banca, che non appartengono ad alcun cliente”, ma per la procura di Genova che ha aperto un fascicolo per riciclaggio è un indizio concreto. Scattano le perquisizioni alla Sparkasse.
    Il nuovo atto è la rogatoria in Lussemburgo. Matteo Salvini martedì a Porta a Porta ha ripetuto che “i soldi non sono né in Italia né in Lussemburgo”. Ma se la pista si rivelasse concreta, sia lui sia l’ex segretario Maroni potrebbero dover fornire spiegazioni ai magistrati. E sempre in queste ore la procura di Roma ha trasmesso a Genova il fascicolo riguardante un episodio di fine 2015.

    Il finanziamento di 250 mila euro di una delle società di Luca Parnasi, l’immobiliarista romano arrestato per corruzione, all’associazione Più Voci, onlus della galassia leghista. Quei soldi potrebbero essere congelati dalla Guardia di Finanza anche se al momento i sequestri non sono ancora stati ordinati. Si aspetta, infatti, la risposta degli avvocati della Lega all’offerta della procura: restituire i 49 milioni attraverso una rateizzazione concordata.