FRANCIA: HOLLANDE ACCOGLIE GIORNALISTI LIBERATI IN SIRIA

     

    FRANCOIS_2565225b.jpg

    Fino a ieri lontanissimi da casa, incatenati, maltrattati e costretti a vivere nascosti nel sottosuolo, Edouard Elias, Didier Francois, Nicolas Hénin e Pierre Torrès trascorrono oggi la Pasqua in patria. I quattro giornalisti francesi,liberati ieri in Siria dopo essere rimasti per dieci mesi nelle mani di un gruppo legato ad Al Qaeda, sono arrivati questa mattina in elicottero all’aeroporto militare di Villacoublay, vicino Parigi, dove ad accoglierli hanno trovato il presidente Francois Hollande e i rispettivi familiari. “E’ un giorno di grande gioia per le loro famiglie e di grande gioia per la Francia – ha detto il presidente – Il Paese è orgoglioso di avere cittadini di questo livello che servono in nome della libertà di stampa. E la Francia è orgogliosa di avere ottenuto la loro libertà”. Il reporter dell’emittente radiofonica Europe 1 Didier François e il fotografo Edouard Elias erano stati rapiti a nord di Aleppo il 6 giugnop 2013. Nicolas Hénin, reporter del settimanale Le Point, e il fotografo indipendente Pierre Torrès avevano avuto lo stesso destino il 22 giugno a Raqqa. Sequestrati, con grande probabilità, da elementi dello Stato Islamico in Irak e nel Levante, la cellula più radicale tra i gruppi jihadisti in Siria. A ritrovarli è stata una pattuglia dell’esercito turco nella notte tra venerdì e sabato, nella terra di nessuno alla frontiera tra Turchia e Siria, nei pressi della cittadina turca di Akçakale. Oggi sono apparsi dimagriti e affaticati, finalmente rasati dopo le prime immagini che li ritraevano con barbe lunghissime e incolte. Didier Francois: “E’ stata una lunga attesa, ma non abbiamo mai avuto dubbi. Di tanto in tanto ci arrivavano delle ’briciole’ di informazioni, sapevamo che tutti si erano mobilitati per noi. Ringraziamo i diplomatici e gli agenti dei servizi segreti che hanno fatto un lavoro assolutamente formidabile, molto discreto, 24 ore su 24 e sette giorni su sette per tirarci fuori di lì”.  Nicolas Hénin ha invece raccontato a France 24 un suo tentativo di evasione, appena tre giorni dopo il sequestro. “Ho trascorso una notte correndo nelle campagne siriane prima di farmi riprendere dai miei rapitori. Poi sono passato attraverso una decina di diversi luoghi di detenzione. Un lungo errare, per la maggior parte del tempo con altre persone, in particolare Pierre Torrès, che mi ha raggiunto in breve”. Una fonte vicina al “dossier” sui quattro giornalisti ha spiegato all’Afp che, sin dal giorno del rapimento, lo scorso giugno, i servizi francesi hanno “seguito le loro tracce”, rimanendo “costantemente in grado di localizzare gli ostaggi” in Siria. I servizi, prosegue la fonte, hanno agito in “stretto coordinamento” con quelli britannici, spagnoli, americani e soprattutto turchi, “partner nella liberazione degli ostaggi”. A guidare dall’alto tutta l’operazione, un trio composto dal presidente “François Hollande, dal ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian e da Bernard Bajolet”, il capo dei servizi segreti francesi. “Facevano regolarmente il punto – spiega l’informatore – più volte nella stessa settimana”. Il ministro della Difesa, inoltre, si è recato “discretamente, per diverse settimane” in Turchia, dove ha incontrato le autorità politiche di Ankara e i responsabili dei servizi “per permettere la realizzazione di quanto è accaduto ieri”.