Frattura Lega/M5s sulle autonomie

    Mentre quest’oggi gli iscritti del M5s voteranno sulla piattaforma Rousseau in merito all’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, il governo soffre per altre due importanti fratture interne, figlie di altrettanti modi diversi di interpretare le questioni: ovvero le autonomie e la Tav. Nonostante però la questione delle autonomie sia sostanzialmente apertissima e le distanze piuttosto evidenti, come nel caso Tav e Diciotti ancora una volta il vice premier Salvini ostenta una certa sicurezza di tenuta governativa: “I Cinquestelle sono compagni di viaggio rispettosi e leali” dice il Ministro dellì’Interno.

    Ma la frattura Lega-Cinquestelle è abbastanza netta anche, ma non solo, sul fronte delle autonomie dal momento che, come è ormai chiaro da giorni, il vice premier leghista ha una posizione piuttosto chiara sulla questione. Le autonomie come la Tav sembrano essere un cavallo di battaglia su cui i due partiti di governo non sembrano andare decisamente d’accordo.
    A La Maddalena per la campagna elettorale sarda, ad esempio Salvini è tornato a parlare tanto dell’alta velocità Torino-Lione quanto dell’accordo su le tre regioni del Nord (Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia): “Giocavo a scambiare le figurine dei calciatori quando ero bambino, ora ho smesso e non lo farò né con la Tav né con altre questioni legate alle autonomie delle regioni”, ha detto. Un chiaro messaggio a chi vocifera circa la possibilità che si arrivi ad una sorta di negoziato interno in merito alla eventualità di barattare le questioni Tav e autonomie con quella del processo Diciotti. “Non mi metterò a barattare o a fare come al mercato del pesce: la mia posizione su queste questioni è sempre stata chiara” ha chiosato Salvini.

    Per il ministro dell’Interno, che è in attesa del responso del voto della piattaforma Rousseau sul processo Diciotti, le autonomie e le grandi opere sono fondamentali. In merito alla Tav, Salvini ha chiesto che l’alta velocità venga realizzata. Sulle autonomie poi lo scontro è alto. Il sottosegretario Manlio Di Stefano ha di recente ammesso che la riforma delle autonomie non può “minare il principio costituzionale” dell’uguaglianza di tutti i cittadini e che Salvini “ha il dovere di occuparsi di tutti gli italiani”. Riccardo Fraccaro, collega di governo, non ha negato la possibilità di un intervento delle due Camere per modificare il testo. Ma il ministro Erika Stefani ha voluto chiedere a ogni tipo di modifica: “L’intesa non è emendabile”