Galapagos iguane dopo 200 anni di assenza

    Sono state ricondotte alla loro terra natia, nell’arcipelago delle Galapagos, più precisamente sull’isola di Santiago dopo 200 anni di assenza, le iguane di terra (nome scientifico Conolophus subcristatus). Una tribù di circa 1400 esemplari, tornano ad arricxhire uno dei pochi lembi della superficie terrestre, le Galapagos, dove ancora l’uomo non è intervenuto pesantemente con la sua attività, ma dove sta diventando sempre più complicato tutelare completamente la biodiversità. Il trasloco dei rettili, che si sono spostati dal territorio della North Seymour Island, è inerente ad un piano di ripopolamento del Parco nazionale delle Galapagos, il cui scopo primario è quello di riproporre le stesse condizioni ambientali, prima che l’iguana diventasse una specie in via d’estinzione sin dal 1835 quando Charles Darwin, nel suo famoso viaggio in giro per il mondo che portò alla scoperta della discendenza dell’uomo dalla scimmia, ne annotò la presenza. Lo scienziato inglese fu l’ultimo uomo a vederle per l’ultima volta. La scomparsa delle iguane fu provocata dal popolamento di un’altra specie di predatori come il cinghiale (Sus scrofa), che ha fatto la sua apparizione nell’arcipelago, solo, si fa per dire, 18 anni fa, nel 2001. “L’iguana terrestre è un rettile erbivoro che contribuisce alla diffusione di semi nell’ecosistema, nonché al mantenimento di spazi aperti privi di vegetazione”, racconta Jorge Carrion, il direttore del parco naturale che costituisce ben il 97% del territorio. Il programma”, – sottolinea invece uno degli incaricati a tutela della riserva, Danny Rueda – “punta anche alla salvaguardia della popolazione di iguana dell’isola di North Seymour che conta 5mila esemplari e una riserva di cibo limitata. L’arcipelago delle Galapagos, a circa 1000 chilometri dalle coste dell’Ecuador, è una riserva unica nel suo genere per la sua biodiversità e per questo è stata dichiarata patrimonio dall’Unesco, ma è anche uno dei più fragili ecosistemi ancora esistenti”.