GB – AL VIA IL REFENDUM STORICO: DAI LEADER EUROPEI L’APPELLO A PENSARCI BENE. PER IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE: ‘NON CI SARÀ ALCUN TIPO DI RINEGOZIAZIONE’

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    E’ scattato in conto alla rovescia in Gran Bretagna dove, entro questa sera alle 22, per un’affluenza prevista tra il 60 e l’80%, ben 46,5 milioni di inglesi, decideranno se uscire o rimanere in Europa attraverso l’ormai famoso referendum: ‘Leave’ o ‘Remain’? Se per avere l’esito preciso del voto bisognerà attendere fino alle sette del mattino di domani (le 8 in Italia), gli ultimi sondaggi online pubblicati sembrano dare esiti contrapposti. L’Istituto Opinium prevede che la Brexit sarebbe al 45%, il Remain al 44% mentre, gli indecisi, il 9%. Per TNS il 43% degli elettori sarebbe per lasciare la Ue, il 41% è contro l’uscita e ben il 16% è indeciso. Un altro sondaggio online su oltre 3mila adulti ha prodotto invece un “parimerito statistico”, per Yougov il sì è avanti di un soffio, con il 51% contro il 49%, mentre il sondaggio ComRes indica otto punti di vantaggio per il no alla Brexit. Nel frattempo si susseguono da parte europea gli appelli a ‘fare la scelta giusta. Una posizione quella del Regno Unito in seno all’Eurozona, che pesa molto e, non a caso, a risultati certi domani intorno alle 10.30 i leader delle istituzioni europee terranno un vertice Bruxelles. I presidenti della Commissione Juncker, della Ue Donald Tusk, dell’Europarlamento Martin Schulz e della presidenza di turno del Consiglio Ue Mark Rutte, si incontreranno a palazzo Berlaymont. Dal canto suo il presidente della Commissione Jean Claude Juncker ha lanciato un monito: “I politici e gli elettori britannici debbono sapere che non ci sarà alcun tipo di rinegoziazione. Abbiamo concluso un accordo con il primo ministro David Cameron, il quale ha ottenuto il massimo che poteva ricevere, così come noi abbiamo concesso il massimo che potevamo dare. Quindi – ha ribadito l’ex premier lussemburghese, a margine di un incontro con il neo-cancelliere austriaco Christian Kern – non ci sarà alcun tipo di rinegoziazione, né sull’accordo trovato in febbraio né per quanto riguarda la negoziazione di altri trattati. Chi è fuori è fuori”. L’esito del referendum non cambierà nulla all’interno della Gran Bretagna, e David Cameronha tenuto a sottolineare che qualsiasi sia l’esito lui resterà comunque al suo posto: “Accetterò le indicazioni che mi avranno dato gli elettori e mi metterò al lavoro venerdì mattina per realizzarle – ha avvertito il premier, da sempre schierato per il ‘remain’ – Se restiamo avremo opportunità di lavoro, crescita, appartenenza al mercato unico”. Uscire dall’Unione comporterebbe invece rischi per le famiglie, i posti di lavoro, la prosperità”. Anche Matteo Renzi, intervistato dal quotidiano inglese ‘The Guardian’ ha voluto esprimere un suo parere esortando gli elettori inglesi a non fare “la scelta sbagliata.  Visto dall’Italia, un voto per lasciare l’Europa non sarebbe un disastro, una tragedia o la fine del mondo per voi nel Regno Unito. Sarebbe peggio, perché sarebbe la scelta sbagliata. Sarebbe un errore del quale innanzitutto voi elettori paghereste il prezzo. Perché chi vuole davvero una Gran Bretagna piccola e isolata?”. Un pensiero ovviamente condiviso anche dagli altri leader dei paesi comunitari. Il presidente franceseFrancois Hollande, ha dichiarato che l’eventuale uscita della Gran Bretagna dalla Ue avrebbe “conseguenze irreversibili” e che l’uscita avrebbe conseguenze sui rapporti bilaterali fra i due Paesi, compresa la gestione della frontiera a Calais, dove sono ammassati migranti e rifugiati che cercano di arrivare in Gran Bretagna. “Naturalmente spero che la Gran Bretagna rimanga nell’Ue, ma la decisione spetta ai cittadini britannici”, ha invece dichiarato il cancelliere tedescoAngela Merkel.

    M.