Gran Bretagna, Boris Johnson si dimette da ministro degli Esteri

    Oramai la spaccatura sulla Brexit è totale. Dopo l’incontro avvenuto a Chequers, la residenza di campagna della May, tra lo stesso primo ministro e i suoi colleghi, insieme a David Davis, colui che ha promosso il referendum sull’uscita dall’Ue, si è dimesso anche il ministro degli Esteri Boris Johnson. L’oggetto del contendere è stata la linea di condotta leggera che la May sta avendo dei confronti di Bruxelles, per cui sì la Gran Bretagna sarà fuori dall’Unione, ma un accordo prevederà ancora il libero scambio di persone e di merci tra i due Stati, tanto che è questa scelta è stata ribattezzata ‘soft brexit’. ‘Il sogno della Brexit sta morendo’, ha spiegato il Johnson dimissionario, per cui il primo ministro sta tradendo le promesse del popolo britannico. Insieme a lui a Davies, altri ‘brexitiani’ si sono divisi dalla May, tra cui Steve Baker che ha denunciato il comportamento incivile a Chequers, dove non erano permessi i telefonini. Inoltre, aggiunge Baker, che a chi avesse avuto un’idea diversa da quella del primo ministro, gli è stato detto che non avrebbe più avuto diritto all’auto ministeriale. L’immediato scenario sarebbe un’unione dei Tories, contrari alla ‘soft brexit’ della May che avrebbero già intenzione di portare alla camera un voto di sfiducia, che costringerebbe il primo Ministro inglese alle dimissioni