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Guerra Ucraina, allarme Covid: per gli esperti “C’è il concreto rischio di una nuova variante che potrebbe innescarsi con l’emergenza profughi”

Complice il preoccupante conflitto in Ucraina, negli ultimi giorni a tenere banco nei programmi televisivi e radiofonici maggiormente seguiti, ora sono per lo più i politologi, gli strateghi militari, e gli alti rappresentanti delle forze armate.

Presenze che, dopo mesi e mesi di dirette, baruffe e questioni varie, hanno di fatto spento i fari a danno di medici e virologi vari.

Bassetti: “In Ucraina alta circolazione del virus, una bassa copertura vaccinale, e condizioni socio-economiche disagiate”

Tuttavia, anche in merito alla situazione ucraina, visto la bassa incidenza vaccinale interna, fra gli altri, oggi è tornato a ‘riaffacciarsi’ sulle cronache anche il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Mateo Bassetti, denunciando che l’emergenza sanitaria in Ucraina, proprio in virtù della bassa percentuale di vaccinati, potrebbe innescare  l’avvio di una nuova variante del virus: “c’è perché ci sono tutte le condizioni: un’alta circolazione del virus, una bassa copertura vaccinale (inferiore al 40%), condizioni socio-economiche disagiate, nessuna o bassa attenzione alle misure di protezione, condizioni climatiche di inverno pieno con maggiore possibilità di assembrarsi in luoghi chiusi“. Oltretutto, denuncia ancora ignoto infettivologo ligure, “Non credo che ci siano laboratori di virologia in grado di sequenziare per capire cosa sta succedendo. Se anche ci fosse nessuno se ne accorgerebbe”.

Pistello: “L’enome tragedia della guerra in Ucraina ha fatto calare l’attenzione mediatica sulla pandemia, passata in secondo piano”

Una tesi quella denunciata da Bassetti, che trova conferma dall’altrettanto preoccupato Mauro Pistello, direttore Unità di Virologia Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, vicepresidente della Società italiana di microbiologia (e fra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore sanità), secondo cui ”L’enome tragedia della guerra in Ucraina ha fatto calare l’attenzione mediatica sulla pandemia, passata in secondo o anche in terzo piano. Ma i contagi ci sono e anche i decessi. Dal mio punto di vista è giusto che il 31 marzo si chiuda lo stato di emergenza ma sono preoccupato che questa aria di smobilitazione danneggi la campagna di vaccinazioni, le terze e quarte dosi. Possiamo dire addio alle mascherine ma non possiamo abbandonare le vaccinazioni che sono l’unico strumento che oggi ci permette di riaprire il Paese”.

Ciccozzi: “Ha ragione l’Oms quando dice di temere un sommerso di contagi Covid in Ucraina, urge stare attenti”

Insomma, un allarme nell’allarme, che si sta velocemente diffondendo nel mondo della scienza, ed anche il responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, Massimo Ciccozzi, ha tenuto ad avvertire che “Ha ragione l’Oms quando dice di temere un sommerso di contagi Covid in Ucraina e dobbiamo stare attenti perché adesso arriveranno dei profughi a cui dobbiamo offrire cure e vaccinazioni, ovviamente per chi vuole vaccinarsi. E poi fare un tampone a tutti per stabilire chi è positivo e chi no“.

Ciccozzi: “Arriveranno all’incirca un milione di profughi, non dobbiamo mettere in secondo piano la pandemia perché non è finita”

Purtroppo, ha aggiunto Ciccozzi, ”Questa, come ogni guerra nell’ambito di una pandemia globale, può ricondurre a un numero di contagi maggiore, anche se è molto più drammatico contare i decessi della guerra che non i contagi di Omicron, onestamente. Però non dobbiamo mettere in secondo piano la pandemia perché non è finita e non è ancora endemica”. D’altra parte, ha concluso, ”Da noi arriveranno all’incirca un milione di profughi. Noi sappiamo che i bambini sono quelli che possono più facilmente portare il virus perché sono per la maggior parte asintomatici. Chi è positivo va trattato in un certo modo, chi non è positivo va messo in quarantena e dopo 10 giorni gli va rifatto il tampone. Questo è molto importante per la loro e per la nostra sicurezza”.

Viale: “Russia e Ucraina erano entrambe in piena ondata Covid, è possibile che gli eventi ne favoriscano la diffusione”

Infine, via Twitter, anche il medico ginecologo e consigliere comunale di Più Europa e Radicali, Silvio Viale, ha voluto dire la sua, spiegando che “Al momento dell’invasione Russia e Ucraina erano entrambe in piena ondata Covid ed è possibile che gli eventi diretti e indiretti della guerra favoriscano la diffusione. Questo vale certamente per i profughi, ma è il male minore da tollerare“.

Max