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I ‘no Vax’ rischiano un ritardo delle prestazioni ospedaliere? Da Bassetti & C. un ‘no’ convinto: “Disciminazioni da rigettare subito”

Aldi là della situazione critica che stiamo vivendo, e delle spesso ‘ardite’ proteste che mettono in scena per aver ragione di una scelta personale – purtroppo però ‘pagata’ anche da altri – quanti si dichiarano contrari alla vaccinazione (soprattutto per paura), non sono certo per questo da ‘condannare a morte’.

E desta veramente stupore quanto più volte ribadito, anche da ‘uomini di scienza’, che in quanto no-vax, questi ultimi non avrebbero diritto poi ad essere curati per le conseguenze – spesso gravi – scaturite dallo loro scelta.   

Ora, seppure in toni e, soprattutto, in casi assolutamente differenti, non si parla di no Vax,  ad accendere le polemiche poi, il comportamento adottato dall’Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, e dal suo direttore sanitario, Fabrizio Pregliasco, che ha deciso di rinviare le operazioni ‘non urgenti’ per i pazienti fragili.

Matteo Bassetti: “Gli ospedali devono avere dei percorsi per chi non è vaccinato per poter fare un intervento programmato in sicurezza”

Un ‘punto di vista’ contestato da tutti, persino da chi si professa da sempre un acceso ‘pro vax’: “Io sono sempre stato duro nello spingere le persone a vaccinarsi il contro Covid-19, ma non possiamo dire che se non sei vaccinato non ti curo. Non è corretto”, sbotta il direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, che aggiunge: “Gli ospedali devono avere dei percorsi per chi non è vaccinato, ma che deve poter fare un intervento programmato in sicurezza. Personalmente non lo trovo giusto rimandare gli interventi e se lo avessero fatto nel mio ospedale non sarei stato molto contento“.

Il primario Andreoni: “Già oggi abbiamo molte malattie che derivano da stili di vita sbagliati, ma che noi curiamo lo stesso”

Puntuale, il primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma (e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali – Simit), Massimo Andreoni, che si allinea all’infettivologo ligure affermando che “Non deve esserci nessuna distinzione davanti la malattia tra vaccinati e non. Avere una preferenza, creerebbe un contenzioso enorme, perché già oggi abbiamo molte malattie che derivano da stili di vita sbagliati, ma che noi curiamo lo stesso. Penso all’alcolismo o al tabagismo“.

Il virologo Falcone: “Qualsiasi tentativo di discriminazione nell’accesso alle cure tra i non vaccinati e non è da rigettare totalmente”

Gli fa eco il collega del Simit, e professore associato di Malattie infettive dell’Università di Pisa, Marco Falcone, il quale sottolinea che ”Lo stato vaccinale delle persone non può essere un criterio per selezionare chi deve essere operato prima o deve essere operato dopo, e qualsiasi tentativo di discriminazione nell’accesso alle cure tra i non vaccinati e i vaccinati è da rigettare totalmente“.

Il virologo Falcone: “Già rischiano un’infezione tendenzialmente mortale, discriminarli pure sull’accesso alle cure è davvero troppo”

Come spiega ancora il virologo, ”Non si può far valere un meccanismo di penalizzazione per ciò che riguarda l’accesso alle cure perché questo farebbe venir meno il concetto universalistico del nostro sistema sanitario nazionale pubblico e ci fa pensare ad alcuni Paesi che non sono come l’Italia, in cui le persone sovrappeso non vengono operate oppure devono pagare di più l’assicurazione perché hanno più complicanze. Noi – precisa Falcone  non possiamo andare verso una discriminazione che poi crea una spaccatura sociale. Bisogna far capire a chi non si vaccina che sta sbagliando e chi non lo capisce probabilmente si infetterà. Ma già rischiano di più un’infezione tendenzialmente mortale, discriminarli pure sull’accesso alle cure mi sembra davvero troppo”.

Il virologo Falcone: “I medici devono evitare distinzioni tra vax e no vax. Il medico ha il dovere di curare tutti i cittadini…”

Dunque, tiene a rimarcare il segretario Simit, ”La cosa va stroncata sul nascere, se no creiamo una reale divisione tra i cittadini che potrebbe portare anche a conseguenze pericolose. Questo è quello che soprattutto i medici devono evitare, cioè fare distinzioni tra vax e no vax. Il medico ha il dovere di curare tutti i cittadini indipendentemente da linea politica, colore, razza e anche dall’idea sulle vaccinazioni. Poi quelli che non si ritrovano nelle posizioni dei no vax le critichino, ma non certo posticipandogli gli interventi chirurgici”.

Il virologo Falcone: “I no vax, una piccolissima percentuale che però sui media hanno una rilevanza pari alla maggioranza delle persone”

Seppur dal punto di vista personale potrei anche essere d’accordo nel pensare ‘non si è vaccinato quindi adesso aspetta perché se si prende il Covid poi – ribadisce il virologo – ci dobbiamo accollare non solo l’intervento di alluce valgo ma pure il ricovero per Covid’, dal punto di vista di posizione medica questo può creare delle discriminazioni e dei precedenti che si prestano intanto a dei ricorsi di tipo giudiziario e poi a dare voce a una categoria minimale, perché i no vax rappresentano una piccolissima percentuale che però sui media hanno una rilevanza pari alla maggioranza delle persone. Quindi – conclude Falcone – se noi andiamo ad alimentare polemiche e discriminazioni con questa piccola percentuale, rischiamo solo di dar voce a delle istanze che di per sé sono sbagliate, ma che rischiano poi addirittura di diventare giuste nel momento in cui queste persone vengono a essere discriminate sull’accesso a servizi di salute non Covid”.

Max