I numeri del Male Italiano nel rapporto della Guardia di Finanza di Gianmarco Chilelli

    Dal rapporto annuale della Guardia di Finanza relativo al 2014 emerge in termini numerici il dato dei reati fiscali in Italia. Le attività delle Fiamme gialle hanno riguardato frodi e sprechi nella Pubblica Amministrazione, irregolarità nell’assegnazione di finanziamenti, frodi al fisco, gestione di appalti, lotta alla criminalità organizzata e controllo sul gioco. In un paese in cui ciò che è pubblico, la res publica in senso letterale, viene percepito non come bene comune ma come anonimo forziere da depredare, i reati contro la Pubblica Amministrazione, fra frodi e sprechi, portano ad un danno di più di 4 miliardi di euro alle casse dello Stato. Di questi 4 miliardi 2,6 sono imputabili a sperperi nella P.A., per i quali 3745 persone sono state denunciate e 229 arrestate, i restanti 1,4 miliardi di euro sono riconducibili a finanziamenti percepiti illecitamente, 666 milioni provengono dai fondi dell’Unione europea e 618 da fondi nazionali. Inoltre, sono state accertate frodi per 113 milioni alla spesa previdenziale e per 141 milioni alla spesa sanitaria, come sempre in Italia anche lo strumento più nobile viene distorto e corrotto dal particolarismo, dall’ “arraffismo” e dal mancato senso civico. In tutto sono state indagate circa diciottomila persone e recuperati161 milioni dalle frodi all’Ue, 164 dalle truffe ai fondi statali, 121 dai reati contro la pubblica amministrazione e 13 dalle truffe al sistema previdenziale. Si discosta di poco il numero dei reati tributari scoperti, che ammontano a 17.802, per i quali sono state denunciate 13.062 persone, di cui solo 146 arrestate. Non ci si può dunque esimere dal constatare che le leggi in materia di fiscalità sono inefficaci nel contrasto all’evasione, il fatto che poco più di una persona su cento sia arrestata per violazioni di questo genere facilita il dilagare di tale fenomeno. Ciò che inoltre va segnalato è che ai responsabili di evasione fiscale parziale vanno aggiunti ottomila sono evasori totali. A seguito degli interventi della Guardia di Finanza è stato possibile recuperare da tanta evasione circa 1,2 miliardi di euro. Di poco superiore, 1,8 miliardi di euro, è la somma degli illeciti emersi dal controllo sulle assegnazioni degli appalti. Infatti su duecentoventi appalti controllati, per un valore di 4,6 miliardi di euro, più di un terzo sono stati irregolarmente assegnati e delle novecentotrentatre persone denunciate meno di cinquanta sono state arrestate. Nel rapporto è specificato il valore dei rapporti fra Guarda di Finanza e Anac, associazione nazionale anticorruzione, il cui presidente, Raffaele Cantone, ha recentemente presentato un ulteriore ritratto della corruzione nel libro, scritto in collaborazione con Gianluca Di Feo, “Il male italiano”. Per quanto riguarda la lotta alla criminalità, nelle sue attività più tradizionali, le indagini hanno portato al sequestro di290 milioni di prodotti contraffatti o pericolosi, 1.400 tonnellate ed oltre 500mila litri di generi agroalimentari,129 tonnellate di droga e 200 tonnellate di sigarette di contrabbando, arrestati 389 trafficanti di esseri umani. Rovistando ancora nel torbido, sono stati eseguiti quasi diecimila controlli sui giochi illegali e conseguentemente riscontrate 3.343 irregolarità, oltre il 33%. Ciò ha portato alla compilazione di verbale nei confronti di oltre diecimila soggetti e al sequestro di 3.116 punti illegali di raccolta scommesse, 1.085 apparecchi per divertimento ed intrattenimento, somme di denaro per quasi 2 miliardi di euro e oltre duecento immobili. Stando a tanti e tali dati l’unica economia che non conosce crisi, ma che si rafforza in tempi di difficoltà, è quella sommersa, quella lontana dagli occhi di uno Stato che non rassicura più, ma incute timore ed è ritenuto invadente ed oppressivo. Forse per l’imposizione fiscale che supera il 55%? Complice di tanto malaffare è certamente una classe politica che da tanti, troppi anni offre modelli di scarsa moralità, di scarsa legalità, mentre dovrebbe non solo essere ma anche apparire migliore dell’elettorato.