IL CAIRO – LA POLIZIA TROVA I DOCUMENTI DI REGENI RICONDUCIBILI ALL’ATTIVITÀ DI UNA BANDA CRIMINALE (GUARDA CASO) INTERAMENTE DECIMATA IN UN CONFLITTO A FUOCO. I NOSTRI INVESTIGATORI: ‘IPOTESI DA VALUTARE’

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    Ci sarebbe una ‘svolta’ nelle indagini sull’omicidio di Giulio Regeni, ma di matrice tutta egiziana. Gli agenti del Cairo annunciano infatti di aver ritrovato i documenti del ricercatore italiano in casa della sorella di un componente di un’efferata banda criminale specializzata soprattutto nei rapimenti di stranieri per rapina e ricatti. ‘Fatalità’, tutti i componenti di tale feroce clan sarebbero stati uccisi in un conflitto a fuoco con la polizia nel corso di un blitz.  Il quotidiano al-Ahram suffraga la versione della polizia, secondo cui Giulio sarebbe stato rapito da questi ultimi, e il  ministero degli Interni ha postato sulla sua pagina Facebbok sia il passaporto di Regeni, che il tesserino dell’università di Cambridge e dell’Università americana al Cairo. Gli investigatori italiani giustamente storcono il naso: “Non abbiamo ancora un elemento a conferma di tali ipotesi” fanno giustamente notare. Anche perché, ripetiamo, i cinque componenti della banda sono tutti morti. Il ministero degli Interni egizio spiega che i documenti reciperati “si trovavano in una borsa rossa con sopra la bandiera italiana”, insieme ad altri effetti personali appartenenti al giovane ucciso, come la sua carta di credito e due cellulari. L’appartamento nel quale sono stati rinvenuti, situato nel governatorato di Qalyoubiya a nord del Cairo, è di proprietà della sorella di uno dei membri della banda, il 52enne Tarek Saad, che secondo le autorità era dedita al sequestro di stranieri.La moglie, interrogata, ha sostenuto che la borsa rossa appartiene al marito. Ad ogni modo i ‘nostri’ continuano ad indagare. E fanno bene…

    M.