IL CONSOLIDAMENTO DELLA RIPRESA RICHIEDE DI PROCEDERE NELLO SFORZO DI RIFORMA DELL’ECONOMIA

    “In Italia l’attività economica appare ora meno dipendente dall’orientamento espansivo delle politiche monetarie e di bilancio. Ma il consolidamento della ripresa richiede di procedere nello sforzo di riforma dell’economia. Politiche di bilancio prudenti contribuiranno a rafforzare la fiducia dei mercati nella riduzione dell’incidenza del debito pubblico sul prodotto”. E’ stato Ignazio Visco, Governatore della Banca d’Italia, ad aprire la seconda giornata del Forex a Verona. Un intervento nel corso del quale il numero uno di palazzo koch ha sottolineato quelli cha suo giudizio sono i suoi punti fermi, come le riforme avviate questi ultimi anni, atte a consolidare la ripresa dell’economia e, soprattutto, ‘scelte responsabili’ per continuare a mantenere l’equilibrio dei conti pubblici: il prossimo governo non dovrà infatti palesare situazioni nel perseguire la linea fin qui intrapresa. Come spiega infatti Visco numeri alla mano, lo scorso anno la crescita ha mostrato una repentina accelerazione: dallo 0,9 per cento nel 2016, siamo arrivati all’1,5 dello scorso anno. Con l’occupazione in netta risalita (0,8 per cento nel 2017), ed il tasso di disoccupazione, lo scorso dicembre calato al 10,8%, si tratta in assoluto del valore più basso registrato dall’agosto del 2017. E per quel che riguarda il 2018, secondo il governatore di Bankitalia la crescita dovrebbe continuare segnando una cadenza prossima all’1,5%; attestandosi quindi sopra all’1% anche nel prossimo biennio. Dunque, almeno per ora, spiega ancora Visco, “il rischio di deflazione è stato scongiurato, anche se rimane arduo spingere al rialzo le attese di inflazione”, che dopo il lieve calo registrato all’inizio dell’anno, continuerà salire fino a posizionarsi in linea con l’obiettivo previsto per la seconda parte del 2020. “Per irrobustire la crescita nel medio periodo occorreranno – osserva il numero uno di via Nazionale – passi ulteriori nelle riforme di struttura, nel miglioramento dei servizi pubblici, nella razionalizzazione e stabilizzazione della normativa fiscale. Anche senza i vincoli del Patto di stabilità, resta per noi l’esigenza di compiere scelte responsabili – spiega Visco non trascurando il capitolo conti pubblici – Non è questione di vincoli europei, riguarda lo sviluppo equilibrato, la forza stessa della nostra economia: un aumento del disavanzo pubblico non può sostituirsi alle riforme; rischierebbe di essere controproducente, visto che il problema del debito non può essere eluso. Quando l’andamento positivo del prodotto e dell’inflazione nell’area dell’euro sarà tale da giustificare un rialzo dei tassi di interesse, la nostra economia non ne risentirà se – spiega Visco – le politiche economiche nazionali avranno saputo consolidare la ripresa in atto, senza lasciare dubbi agli investitori sulla determinazione del governo a mantenere l’equilibrio dei conti pubblici e senza deviare dal percorso di riforma avviato in questi anni: un percorso da proseguire con decisione per migliorare i servizi pubblici, accrescere la concorrenza in quelli privati, intensificare gli investimenti in capitale umano”. Visco ha poi voluto spendere alcuni minuti per le banche: “Sebbene ancora bassa, nei primi 9 mesi dello scorso anno la redditività delle maggiori banche italiana è migliorata. Ma una profonda revisione dei modelli di operatività delle banche, in Italia come in tutta Europa, resta inevitabile”, ma, avverte ancora Visco, “non vanno sottovalutati importanti elementi che potrebbero frenare la redditività”. Quindi la riduzione dei crediti deteriorati, sui quali urge continuare a spingere, opzione: necessaria per ridurre i rischi e i costi di finanziamento delle banche: “Va ottenuta con interventi che tengano conto delle condizioni di partenza, siano sostenibili e non producano effetti prociclici potenzialmente destabilizzanti; va assicurata la parità di trattamento tra intermediari che operano in contesti diversi, in particolare per efficienza e rapidità della giustizia civile, che in Italia vanno ancora accresciute”.
    M.