Il Decreto Sicurezza: fiducia della Camera con 336 sì

    336 i sì per il tanto discusso decreto sicurezza che, nella giornata di ieri, ha ottenuto la fiducia della Camera. Ora non resta che attendere tra stasera e domani il voto finale sul provvedimento, che è stato già approvato dal Senato e non modificato da Montecitorio. La fiducia al decreto sicurezza è arrivata dai deputati M5s e Lega, più 3 del gruppo Misto (Maie) (Salvatore Caiata, Antonio Tasso e Catello Vitiello), come risulta dai tabulati della Camera. A Montecitorio la maggioranza può contare su 346 voti.
    A votare contrario sono stati invece Fratelli d’Italia, Pd, LeU, Forza Italia ed esponenti del gruppo misto. Non hanno partecipato al voto 3 deputati della Lega e uno del Movimento 5 stelle, mentre gli assenti, perché in missione, sono stati uno del Carroccio e 7 dei 5S. In tutto 12 deputati della maggioranza.

    “La cosa importante – aveva annunciato in mattinata il leader leghista Matteo Salvini – è approvare un decreto che porta più sicurezza alle città di Italia, dà più potere ai sindaci, stronca il business dell’immigrazione clandestina, aumenta i poteri della lotta antimafia e antiracket”. Sul decreto, il governo Conte ha posto la questione di fiducia.

    Nel frattempo, sembrano non aver ancora raggiunto la fine le tensioni tra i 5S: ancora critiche al provvedimento dalla senatrice Paola Nugnes, che chiede al Movimento: “Cosa avremmo fatto noi, solo pochi mesi fa con queste norme?”.
    Il decreto legge interviene sulle norme relative a protezione internazionale, immigrazione e sicurezza pubblica, sulla funzionalità del ministero dell’interno e dell’agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (è prevista anche delega al governo per il riordino del personale della polizia e delle forze armate. Il provvedimento deve essere convertito in legge entro il 3 dicembre. l cosiddetto decreto sicurezza modifica, tra l’altro, le norme che regolano la presenza dei migranti nel paese e abroga così il permesso di soggiorno per motivi umanitari (restano tuttavia alcuni permessi speciali per vittime di violenza o di grave sfruttamento, condizioni di salute di eccezionale gravità, situazioni contingenti di calamità naturale nel paese di origine). Viene peraltro previsto il permesso di soggiorno per atti di particolare valore civile. Il provvedimento aumenta, quindi, il numero dei reati che, in caso di condanna definitiva, comportano il diniego e la revoca della protezione internazionale.
    Sul versante della sicurezza pubblica vengono rafforzati i relativi dispositivi, con particolare riferimento alla minaccia del terrorismo e al contrasto delle infiltrazioni criminali negli appalti pubblici. Viene esteso l’ambito applicativo del cosiddetto ’daspo urbano’ agli ospedali e alle aree destinate a fiere, mercati e spettacoli pubblici. Blocchi stradali e ferroviari verranno inoltre puniti a titolo di illecito penale.