Home TECNOLOGIA Il governo italiano contro la cybercriminalità: quali misure sta adottando?

Il governo italiano contro la cybercriminalità: quali misure sta adottando?

Negli ultimi anni il nostro Paese si è ritrovato al centro di un vero e proprio bombardamento digitale, con un incremento esponenziale degli attacchi informatici. Questa minaccia invisibile ma tangibile, proveniente da vari paesi, ha messo a rischio la sicurezza dei dati personali e delle infrastrutture critiche. Il governo italiano, consapevole della gravità della situazione, ha avviato una serie di misure per contrastare la cybercriminalità. Queste azioni non riguardano soltanto l’ambito della difesa e della prevenzione, ma anche il miglioramento delle competenze digitali a livello nazionale, con lo scopo di potenziare la cosiddetta alfabetizzazione digitale.

Il governo italiano e i fondi previsti dal PNRR

Come anticipato poco sopra, il Governo tricolore si sta muovendo in modo concreto per contrastare la cyberwarfare, un fenomeno che può essere approfondito leggendo la guida di ExpressVPN sullo stato della sicurezza informatica in Italia. Sempre tramite questa fonte, è possibile apprendere quanto segue: lo stato ha infatti deciso di destinare una parte dei fondi previsti dal PNRR al potenziamento della sicurezza informatica delle infrastrutture chiave del nostro Paese. Si parla di cifre che si aggirano intorno ai 620 milioni di euro, e che si vanno ad aggiungere ai quasi 2 miliardi di euro già spesi nell’ambito dei servizi informatici nella Penisola.

Si tratta di una contromossa essenziale, soprattutto alla luce di un fatto: l’Italia negli ultimi anni ha dovuto subire un autentico bombardamento di attacchi informatici. Attacchi che hanno ad esempio colpito alcuni enti governativi come il portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, oppure il sito del Consiglio Superiore della Magistratura. In tal caso si fa riferimento alla cyber-guerra condotta dal collettivo filorusso NoName, che ha già rincarato la dose, colpendo ad esempio la piattaforma online del Ministero degli Esteri e della Difesa, e il sito dei Carabinieri.

Ma non si finisce qui, perché in realtà gli hacker stanno diversificando i propri attacchi, concentrandosi dunque su molteplici obiettivi. Anzi, va detto che i cybercriminali preferiscono colpire le piccole e medie imprese dello Stivale tanto che, come si può leggere in questo approfondimento de Il Mattino, si arriva addirittura all’80% degli attacchi hacker rivolti nel complesso al nostro Paese. In base alle informazioni viste finora, dunque, è di vitale importanza implementare delle soluzioni che possano porre un freno a tali scorribande digitali.

Le soluzioni per combattere la cyberwarfare

La tecnologia gioca ovviamente un ruolo vitale nella lotta contro la cyberwarfare. Le organizzazioni governative investono, come detto, cifre enormi per sviluppare delle soluzioni avanzate in termini di sicurezza informatica. Si parla dei sistemi utili soprattutto per monitorare, per prevenire e per rispondere a tono in caso di attacchi hacker su vasta scala. Molte delle opzioni più avanzate utilizzano l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico (machine learning) per rilevare anomalie di rete, attività sospette e vulnerabilità del sistema.

Inoltre, le tecniche di crittografia e l’uso di reti private virtuali (VPN) contribuiscono ad aumentare la sicurezza dei dati. Non possiamo poi ignorare il ruolo svolto dall’alfabetizzazione digitale, un altro pezzo fondamentale di questo puzzle. Chiunque usi Internet, dagli utenti alle aziende, deve comprendere le minacce esistenti, e soprattutto deve sapere come difendersi nel modo corretto. Le istituzioni puntano molto sul processo di alfabetizzazione digitale, ma in Italia purtroppo siamo ancora molto indietro da questo punto di vista.

Anche la capacità di individuare le fake news è rilevante, per la lotta alla cyberwarfare. Saper riconoscere una notizia falsa, ad esempio, impedisce la condivisione sui propri profili social, che potrebbe poi scatenare una sua diffusione a macchia d’olio. In pochi, purtroppo, si rendono conto che il fenomeno delle fake news è uno dei più silenti e pericolosi nel pacchetto delle “armi” della guerra cibernetica.

Naturalmente le barriere difensive contro la cyberwarfare abbracciano tutti i classici sistemi protettivi a livello informatico, dai firewall fino ad arrivare all’uso di un antivirus professionale. Bisogna poi informarsi sulle modalità di attacco più diffuse, come nel caso del phishing, del DDoS e dei ransomware. Una regola che tocca non solo gli utenti, ma anche le aziende e i loro dipendenti.

La lotta contro la cyberwarfare richiede quindi uno sforzo collettivo. Ognuno ha un ruolo da svolgere, e nessuno è escluso da questa lotta. Assimilare questa lezione significa contribuire alla creazione di un mondo digitale più sicuro.