IL WWF LANCIA L’ALLARME: ‘LE BIODIVERSITÀ RISCHIANO IL DECLINO, IN UE OCCORRE MAGGIOR IMPEGNO: PIÙ DELLA METÀ DELLA NATURA È PROTETTA MA SOLTANTO SULLA CARTA’

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    “Sono state applicate correttamente i successi sono già evidenti. Ciononostante, gran parte della natura in Europa è ancora in declino e l’Unione Europea rischia di non raggiungere l’obiettivo di arrestare e invertire la perdita di biodiversità e dei servizi ecosistemici entro il 2020. Solo il 23% delle specie animali e vegetali e il 16% degli habitat protetti, ai sensi della Direttiva Habitat, presentano un buono stato di conservazione”. E’ quanto rivela il report stilato dal Wwf, che, nonostante le ‘Direttive Natura’ dell’Ue, denuncia pur che troppo più della metà delle aree naturali europee sono protette solo sulla carta: la causa sono i ritardi e le inadempienze diffuse nei vari Stati membri. Il nuovo rapporto del Wwf ’Prevenire parchi di carta: come far funzionare le leggi sulla natura europee’, illustra quindi la lista dei principali problemi da affrontare ’sul campo’ e le soluzioni più efficaci per applicare correttamente queste Direttive. Dai dati Wwf è urgente aumentare il numero delle aree marine protette, misure e piani efficaci per tutti i siti naturali comunitari, maggiori investimenti e migliore monitoraggio e applicazione degli obblighi di legge. Queste misure potrebbero garantire una natura europea realmente protetta e ripristinata nella sua integrità. Come Andreas Baumüller, responsabile delle Risorse naturali dell’Ufficio Wwf per la Policy europea, “In Europa abbiamo leggi sulla natura tra le più forti nel mondo, ma allo stesso tempo stiamo perdendo ogni giorno specie e habitat a causa di attività economiche illegali. La tutela rischia di rimanere solo sulla carta se non è sostenuta da una gestione efficace e un adeguato finanziamento sul territorio. Il nostro report rivela ciò che le istituzioni dell’Ue e le autorità nazionali devono fare con urgenza per arrestare la perdita dei sistemi naturali e perseguire l’obiettivo di un urgente uso sostenibile delle nostre risorse naturali”. Il report evidenzia in particolare siti naturali unici come le zone umide, le montagne incontaminate, i fiumi e le aree marine sono minacciati da un mix fatto di cavilli legali, mancanza di adeguate valutazioni di impatto ambientale e piani di gestione inesistenti o inadeguati. Il rapporto segnala anche alcune buone pratiche già messe in atto in molte aree protette con notevoli benefici per la fauna selvatica, le popolazioni locali e le loro economie.

    M.