Ilaria Cucchi accetta l’invito del ministro della difesa Trenta

    Dopo la confessione del carabiniere Francesco Tedesco, che aveva taciuto per nove anni per poi dichiarare, di fronte ai giudici, il pestaggio avvenuto nei confronti di Stefano Cucchi da parte di due suoi colleghi, l’arma e le istituzioni sembrano aver decisamente cambiato rotta. Questo grazie anche alla strenua battaglia tra le aule di tribunale della sorella di Stefano, Ilaria, convinta sin dal primo momento che la causa della morte del geometra romano sia stata provocata dalle percosse subite e dalla negligenza dei medici. Una forte convinzione anche dopo che la procura aveva assolto i colpevoli in un primo processo. Le cose sono cambiate quest’estate dopo che, sempre sotto sollecitazione della Cucchi, si è aperto un secondo processo che aveva constato che il verbale, relativo all’arresto di Stefano avvenuto il 15 ottobre 2009, era stato modificato deliberatamente. C’è da sottolineare che contemporaneamente alla svolta delle indagini, è uscito lo scorso settembre il film “Sulla mia pelle” (distribuito su Netflix e in alcune sale italiane) che ha forse rafforzato, forse fatto cambiare l’opinione sulla vicenda Cucchi. Anche le istituzioni, dopo aver quasi sempre difeso le forze dell’ordine, adesso hanno voltato pagina, con il premier Conte che è stato a favore di Ilaria Cucchi. Adesso quelle stesse istituzioni, con cui Ilaria si è sempre confrontata anche duramente, hanno deciso di ripagare il suo impegno. Domani la Cucchi sarà ricevuta dal ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Insieme a lei presenzierà anche il comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri. “L’incontro è stato fortemente voluto dalla ministra Trenta e si svolgerà in sede al ministero”, comunica la Difesa. La Cucchi parteciperà all’incontro con l’avvocato di famiglia Fabio Anselmi. L’invito della ministra della Difesa è avvenuto dopo il giorno dell’udienza del processo, dove è stato ascoltato Tedesco e che vede indagati altri cinque carabinieri, responsabili per la morte di Stefano. L’invito della Trenta è stato fatto recapitare tramite un messaggio su Facebook. Il tutto è avvenuto quasi in contemporanea, a cui si aggiunge anche l’intervista del comandante Nistri di Massimo Gianni, ai microfoni di Radio Capital. Nistri ha commentato così la vicenda Cucchi: “Si vede uno spiraglio di luce. Siamo al fianco dell’autorità giudiziaria. Ma non è stata violenza di Stato, solo di alcuni”. Invece Francesco Tedesco ha espresso “Il desiderio di incontrarla (Ilaria Cucchi) e chiedere scusa”, secondo quanto fatto trapelare dall’avvocato del carabiniere, Eugenio Pini. Tedesco ha accusato all’udienza della settimana scorsa i colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo, rei del pestaggio nei confronti di Cucchi. Tedesco è originario di Brindisi, dove alcuni dei suoi concittadini non gli hanno perdonato la confessione. Sui muri della citta pugliese è apparso uno striscione che diceva:”Per l’infame nessuna pietà, sei la vergogna della città”. La scritta è stata prontamente rimossa dalla Digos. Quello della Trenta è il primo avvicinamento delle istituzioni verso un caso così delicato. Ma prima del ministro della Difesa, un invito nei confronti di Ilaria era stato rivolto dal Viminale e in particolar modo da Matteo Salvini, attraverso Twitter. In realtà due anni fa lo stesso ministro della Difesa, quando ancora era solamente il leader della Lega, sullo stesso social aveva detto alla Cucchi di vergognarsi. La diretta interessata, Ilaria, ha detto, durante la trasmissione ‘Propaganda Live’ su La7, che accetterà l’invito del Viminale solo quando Salvini le chiederà scusa di persona.