INCHIESTA CONSIP, IL MAGGIORE SCAFARTO ED IL COLONNELLO SESSA SOSPESI PER DEPISTAGGIO

    Nell’ambito dell’inchiesta Consip, alla luce delle nuove contestazioni, il gip di Roma Gaspare Sturzo ha emesso una misura interdittiva di sospensione dalle funzioni per la durata di un anno nei confronti del maggiore Gianpaolo Scafarto e del colonnello dei carabinieri Alessandro Sessa, entrambi indagati per depistaggio nell’ambito. In particolare, la misura interdittiva sottolinea che la loro presenza in servizio, in un contesto di falsi e depistaggio, può danneggiare le indagini. Come evidenzia il gip: “Sul punto basta rileggere i messaggi scambiati tra Sessa e Scafarto come certe opzioni investigative, poi non adottate dai due, nei confronti dei superiori abbiano bisogno di un reale chiarimento oggettivo”. A monte della sospensione dal servizio dei due, si legge nel capo d’accusa “al fine di sviare l’indagine relativa all’accertamento degli autori mediati e immediati della violazione del segreto a favore dei vertici della società pubblica immutavano artificiosamente lo stato delle cose connesse al reato”. Nel provvedimento si sottolinea inoltre “come oltre al tema del pericolo di reiterazione altrettanto grave è quello del pericolo di inquinamento probatorio”.Per quel che riguarda Scafarto, spiega l’accusa, questi lo scorso 10 maggio aveva subito il sequestro del proprio smartphone, “al fine di accertare la natura del contenuto delle comunicazioni sia con gli altri militari impegnati nelle suddette indagini sia con estranei alle stesse, su richiesta e istigazione di Sessa e al fine di non rendere possibile ricostruire compiutamente le conversazioni intervenute con l’applicativo Whatsapp provvedeva a disinstallare dallo smartphone in uso a Sessa il suddetto applicativo; con l’aggravante di aver commesso il fatto mediante distruzione o alterazione di un oggetto da impiegare come oggetto di prova o comunque utile alla scoperta del reato o al suo accertamento”. In sostanza, scrive il gip, “la revoca della delega d’indagine del marzo 2017, fatto rarissimo, e le pesanti espressioni in essa contenute avrebbero dovuto consigliare ad entrambi gli indagati di agire in modo retto, probo e osservante dei propri doveri verso la legge e le istituzioni di riferimento e quelle di appartenenza. Invece, sembra essere stata proprio questa appartenenza l’occasione prossima per consumare altri delitti gravissimi per le finalità di depistaggio”.
    M.