Iran, parole al vetriolo per Rohani

    Sempre al limite la tensione tra Stati Uniti ed Iran nell’ambito di quanto entrambi i paesi stanno decidendo di fare in relazione alla stasi sul fronte nucleare, col disimpegno prima americano e poi per appunto della stessa autorità centrale in Iran che nel giro di poco tempo si sono susseguiti nell’ambito dei previ accordi sul nucleare, appunto, sanciti tra le parti. Vanno lette evidentemente in questo ambito le parole al vetriolo con cui Rohani si è rivolto agli Stati Uniti di Donald Trump.

    Iran, parole al vetriolo per Rohani: sconfiggeremo gli Usa con unità e resistenza

    Rohani non usa preamboli né alcun giro di parole per parlare di Stati Uniti. “Sconfiggeremo gli Usa con unità e resistenza.”, dice, per ribadire poi che l’Iran supererà il momento difficile che sta attraversando tramite “la solidarietà e l’unità nazionale” e grazie “alla resistenza, alla pianificazione e a una migliore gestione delle risorse”. E’ in questi termini che si è espresso con profonda convinzione il presidente iraniano Hassan Rohani, nel corso di un colloquio con la Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, in compagnia dei membri del suo governo, parlamentari e attivisti.  Nel suo intervento, come riportato poi dall’Irna, Rohani ha voluto far cenno in modo molto chiaro al contributo allo sviluppo che arriverà tramite l’avvio delle 15 fasi del giacimento di gas South Pars, il più smisurato attualmente riscontrabile nel pianeta, condiviso con il Qatar e che, stando alle analisi degli esperti, andrà a raddoppiare il prodotto corrente di gas da parte dell’Iran stesso. Il presidente iraniano ha pertanto indicato la necessità di altri piani per lo sviluppo di alcuni settori come quello agricolo, ad esempio, così da limitare la necessità di dipendere da quanto si va ad importare dagli altri paesi. Nel frattempo, dagli Stati Uniti arrivano le prime mosse concrete di una esclation molto spinosa. Gli Usa hanno deciso tramite il Dipartimento di Stato americano di ordinare la partenza dall’Iraq del “personale governativo Usa non indispensabile”. La decisione riguarderà il personale impiegato all’Ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad e al Consolato degli Stati Uniti a Erbil. Secondo una nota del Dipartimento di Stato tutto questo deriva dalla “limitata capacità di fornire servizi di emergenza ai cittadini statunitensi in Iraq” da parte del governo di Washington.  In realtà, appunto però agli Stati Uniti preme evitare, visto l’inasprimento dei toni degli ultimi giorni con l’Iran di mettere in pericolo i cittadini americani presenti nella regione.