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    Italia 160 anni fa la proclamazione del Regno d’Italia con capitale a Torino

    Oggi, 17 marzo, giusti 160 anni fa avveniva la prima formazione dell’unità d’Italia in età contemporanea. La formazione dello Stato italiano avvenne dopo il fallimento di un tentativo di confederazione con la prima guerra d’Indipendenza e procede di fatto, per conquiste ed annessione e il seguito di referendum plebiscitari. La casa Savoia, tra le più antiche e importanti dinastie d’Europa, ha origini intorno l’anno Mille in territori geograficamente non italiani tra la Borgogna, e la Contea di Savoia poi elevata al rango di Ducato. Con un piede in origine nel paese-Italia Casa Savoia si vedeva, dopo le avventure delle repubbliche Cisalpina, Cispadana, Romana e le altre giacobine ultimi anni del Settecento, e dopo la proclamazione del Regno d’Italia tra il 1805 e il 1814 di Napoleone Bonaparte, a farsi carico dell’unificazione dell’Italia. La prima Costituzione del paese-Italia è stato lo Statuto Albertino promulgato nel 1848 nel regno Sardo-Piemontese e nel 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo, venne esteso a tutto il territorio dello Stato italiano.

    Raffaele Panico

    Nel 1859 anche Giuseppe Garibaldi partecipa alla campagna per la seconda guerra d’Indipendenza come generale affiancato dell’esercito piemontese seppur in formazione di volontario in divisa militare. La seconda guerra d’Indipendenza nasce dagli “Accordi di Plombières” accordi segreti, stipulati nel luglio del 1858 fra l’imperatore Napoleone III di Francia e il primo ministro del Piemonte, Camillo Benso conte di Cavour, accordi che avvennero nella cittadina termale in Francia, appunto Plombières. Cosa ritornante trovarsi in località termali per stipulare accordi in segreto. Ma, in breve il piano si estende e avviene nel 1860 con l’“Impresa dei Mille”. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio le cose cambiano quando avviene la partenza da Quarto dei mille garibaldini. Giunti alle porte di Palermo cambia – soprattutto – l’atteggiamento di Cavour. C’era una direttiva di Cavour, un telegramma, in cui si doveva paventare anche la possibilità di arrestare Garibaldi. C’è stato tutto un doppio gioco, in effetti si volevano escludere tentativi mazziniani, quindi repubblicani, nella continuazione dell’unità d’Italia. Così i rapporti fra Cavour e la spedizione di Garibaldi vedevano momenti di forte contrasto, nonostante Cavour avesse agito in modo che la spedizione guidata da Garibaldi per sbarcare in Sicilia e poi tentare una sollevazione anti-borbonica con l’aiuto degli insorti siciliani uniti ai volontari garibaldini. A Giuseppe Garibaldi pesava molto la perdita di Nizza e della contea ad opera degli accordi di Cavour con Napoleone III. La storia monarchica non è andata proprio secondo la narrazione ufficiale. Passato poi lo Stretto di Messina e giunto a Teano Garibaldi con la sua impresa omaggia l’intero regno del Sud-borbonico alla Casa Savoia. A scuola, spesso abbiamo visto sui libri e nei quadri nei saloni pubblici, raffigurati insieme Vittorio Emanuele II, Cavour, Mazzini e Garibaldi, ma è una storiografia ufficiale, c’è stato un aggiustamento in corso d’opera.

    Occorre ricordare che la questione dell’unità la visto tante Questioni, la Romana innanzitutto, quando la capitale viene portata a Firenze nel 1865, la questione del Brigantaggio, l’emigrazione di circa 19 milioni nelle Americhe oggi oltre 70/80 milioni di oriundi nei due continenti… Di fatto l’Italia esisteva fin dall’anno Mille tanto per usi e costumi e per dialetti italici, il latino era usato dalle corti, dalla chiesa dai dotti in documenti ufficiali. Nel 1861 pochi parlavano correttamente l’italiano e pochi erano capaci di scriverlo, il tasso di analfabetismo era altissimo. La lingua italiana ufficiale era di fatto il toscano, la lingua di Firenze, quella di Dante, Petrarca e Boccaccio. L’Italia in fondo come storia cultuale degli italiani esisteva già fin dal Trecento vista come produzione culturale letteraria e artistica, al confronto ad esempio della Francia dove esistevano la lingua d’Oc e d’Oil, mentre era in uso la lingua del Sì, che anche oggi ci consente leggerla e comprenderla dopo oltre 8 secoli. Solo con la Grande Guerra o Quarta guerra d’Indipendenza il 4 novembre 1918 viene portata a compimento l’Unità geopolitica e di fatto per la prima volta la lingua italiana è usata contemporaneamente nei 42 mesi di guerra dagli oltre 6 milioni di soldati, il fante-contadino, genti provenienti dalle diverse provincie d’Italia.

               

    Il resto si è compiuto prima con la Radio per una diffusione di massa della lingua italiana, poi con l’avvento della televisione di Stato nel 1954. Era esattamente il 3 gennaio del ’54 quando dagli studi di Milano Fulvia Colombo diede il messaggio d’inaugurazione delle trasmissioni Rai.