L’Acea regala acqua frizzante ma provoca risse

    Dal sito dell’Acea informano che “stanno arrivando in tutti i comuni della provincia di Roma le Case dell’Acqua di Acea che erogano gratuitamente acqua frizzante”. Ma non ci dicono che, in queste giornale di calura, si stanno verificando risse e lotte proprio per accaparrarsi l’acqua frizzante. Domenica scorsa verso le 16, un gruppo di nordafricani con a seguito bustoni pieni di bottiglie vuote di plastica, ha deciso di fare grande scorta d’acqua fresca effervescente. Alla “Casa dell’Acqua” nei pressi di Piazzale Ostiense, proprio dove ha sede l’Acea, c’era un signore romano che aveva passato la sessantina, a far la coda alcune signore, una studentessa, un tassista. Ma i magrebini non hanno accettato di fare la fila, così hanno strattonato il signore romano, impedendogli di terminare di riempire la bottiglia e, naturalmente, hanno scavalcato tutte le persone che attendevano il proprio turno. La gente intimorita non ha profferito parola, qualcuno s’è voltato dall’altra parte, qualche altro ha rinunciato all’acqua frizzante. Il signore che ha tentato di borbottare è stato redarguito, anzi intimorito dal fare minaccioso del gruppo nordafricano. A difendere l’incolumità dei comuni cittadini non è intervenuta nemmeno una pattuglia della polizia locale, eppure ci dicono non sarebbe la prima volta che si sfiora il pestaggio da parte di gang che fanno rifornimento d’acqua. Evidentemente per il Sindaco di Roma, o per il Prefetto ed il Questore necessita che avvenga un accoltellamento od un pestaggio a morte: e perché si debba poi, necessariamente, intimare l’Acea perché smetta d’erogare gratuitamente acqua effervescente, o che il “comitato provinciale di sicurezza” preveda un controllo delle “Case dell’acqua”, luoghi di scontro tra poveri, vere e proprie polveriere sociali estive. Del resto è cosa buona che i “nasoni”, le vecchie fontanelle, continuino ad erogare acqua potabile per utilità sociale, ma quella frizzante assume davvero la tinta dello spreco. Le “Case dell’acqua” hanno forma di logo Acea, o di chiosco verde a pianta esagonale: i nasoni hi-tech offrono la possibilità di bere gratuitamente acqua frizzante selezionata con oltre 250.000 controlli, che si colloca tra le prime acque italiane ed al vertice delle effervescenti europee. Uno spreco pagato dai romani, che presto lascerà strascichi nella cronaca cittadina. “Siamo prossimi a fatti di sangue per il diritto a riempirsi bottiglie e damigiane?”, si domanda l’uomo di strada.
    “Vere e proprie fontanelle tecnologiche – recita il sito Acea – dove, oltre che dissetarsi, è possibile anche ricaricare cellulari e tablet e consultare informazioni di pubblica utilità sullo schermo ad alta definizione”. Acea sta installando 100 Case dell’Acqua, di cui 60 a Roma e 40 nei comuni della provincia. Ma in troppi tentano di fare a botte per ovviare la fila, e qualche ristoratore furbo si riempie le damigiane per rivendere l’effervescente ai clienti. La misura è colma, e s’aspetta che qualche pubblica autorità non ci dorma più sopra: anche perché la responsabilità del fatto di sangue, che potrebbe verificarsi a Ferragosto, se la dividerebbero equamente prefetto, sindaco e questore.