La lettera di Macron per placare gli animi

    Obbligato dalla rivolta dei Gilet gialli che non accenna ad arrestarsi, Emmanuel Macron ribatte. Il presidente francese Macron redige una lunga lettera al suo popolo per proporre una gigantesca consultazione nazionale. “Trasformare la collera in soluzioni” dice Macron nel suo invito al movimento di protesta che continua nella sua lotta ormai da novembre. Dopo che le molteplici strategie governative, vane per riuscire a bloccare i Gilet gialli che hanno raccolto nella nona giornata di protesta 92mila persone in tutto il Paese, Macron vuole concedere la parola ai francesi con un’assemblea che durerà sino al 15 marzo mediante istituzioni locali, organizzazioni e un sito online. “Non è né un’elezione né un referendum” sottolinea l’inquilino dell’Eliseo nella lettera in cui elenca una serie di questione – trentadue per la precisione – che dovrebbero delineare le linee guida per il faccia a faccia tra governo e cittadini. “Tutti vorrebbero un Paese più prospero e una società più giusta, condivido questa impazienza”, afferma Macron che però evidenzia il suo dissenso per le violenze. “Non accetto, e non posso accettare, pressioni e insulti contro chi è eletto dal popolo, i giornalisti, le istituzioni e i funzionari. Se tutti usano la violenza la società si disfa”. Nel dialogo con i Francesi che Macron vuole instaurare ci sono argomenti caldi, come la sovvenzione per la transizione energetica, che ha acceso la rivolta dei Gilet Gialli. Ma il presidente francese propone anche temi scomodi, che inizialmente potevano rappresentare un tabù tabù. Macron domanda ad esempio un’idea sull’immigrazione. Nel sottolineare di nuovo il dovere di dar asilo ai  rifugiati politici chiede: “Auspicate che si possano stabilire degli obiettivi annuali fissati dal Parlamento? Cosa proponete per rispondere a questa sfida che durerà”. Qualche settimana fa la maggioranza aveva evitato di trattare di un argomento così complicato, che arricchisce le fila degli elettori della Le Pen.