Lazio, stop ai certificati medici per le assenze

    Scuola, stop ai certificati medici per le assenze: anche il Lazio accoglie il provvedimento

    Anche il Lazio entra ufficialmente nel gruppo delle scuole che hanno recentemente aderito alla nuova liberalizzazione in materia di certificati medici. In parole povere, da ora in poi non servirà più presentare all’istituto scolastico il certificato medico per giustificare un’assenza lunga, neppure quelle superiori ai cinque giorni. Un provvedimento che la Lombardia aveva accolto addirittura nel lontano nel 2003 e a cui segue il Lazio dallo scorso 24 ottobre. La legge regionale approvata alla Pisana segue quelle delle Province di Trento e Bolzano, ufficiali da luglio 2018. Con una nota il ministero dell’Istruzione, lo scorso 7 novembre, ha avvertito della novità le segreterie degli istituti laziali, che gradualmente si stanno adeguando. Restano però due eccezioni: l’abolizione del certificato scolastico è esclusa, primo, in caso di profilassi prevista a livello nazionale e internazionale “per esigenze di sanità pubblica”. Un esempio sono le epidemie, in generale le malattie infettive. La seconda deroga si concede, invece, a quegli studenti tenuti alla presentazione dei certificati in altre Regioni che ancora prevedono la consegna del foglio medico.
    Le nuove norme sono già in vigore in tutto il Nord, esclusi il Veneto e la Valle d’Aosta: quindi (in ordine di accoglimento) in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna. Le Province di Trento e Bolzano hanno avuto, abbiamo visto, un adeguamento definitivo la scorsa estate. Nel Centro Italia, oltre al Lazio, ha abolito l’obbligo anche l’Umbria. In tutte queste regioni oggi è sufficiente un’autocertificazione dei genitori o dello stesso studente, se maggiorenne. Per ora restano nel regime precedente le altre Regioni centrali e tutta l’Italia meridionale e insulare. L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha detto: “La nostra scelta riduce la burocrazia senza abbassare i livelli della prevenzione”.
    La genesi dei diversi provvedimenti locali è lunga e complessa e nasce dal forte dibattito sviluppato a inizio Duemila sulla necessità di snellire le procedure burocratiche in tutta la pubblica amministrazione. Scuola compresa. Apripista fu la Regione Lombardia, appunto nel 2003. Tra le prime la Regione Liguria, con un atto di giunta firmato nel dicembre 2006 sempre nello stesso solco: “Adempimenti in materia di semplificazione di procedure autorizzative e certificazioni sanitarie”. Quella delibera cancellò, insieme al certificato dei cinque giorni, l’obbligo del foglio vaccinale da presentare al momento dell’iscrizione, del certificato di rientro da una lunga malattia per le cuoche delle mense, l’obbligo della presenza del medico scolastico a scuola e della tenuta di un registro medico, infine la necessità di periodiche disinfestazioni dei locali scolastici.