LO SCIAME SISMICO CONTINUA A MARTELLARE UMBRIA E MARCHE: IN MATTINATA SCOSSE OLTRE IL MAGNITUDO 3. ALLEVATORI, AGRICOLTORI E MANIFATTURIERI IN GINOCCHIO. DEFORMATA UN’AREA DI 1.100 KM QUADRATI. IL SOTTOSUOLO SI E’ ABBASSATO DI 70 CM

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    La terra continua maledettamente a tremare fra Marche ed Umbria, allontanando di giorno in giorno la speranza, per le popolazioni colpite dal terribile sisma, di poter brevemente tornare alla realtà. Considerando poi anche il terribile impatto sull’economia locale dove, l’allevamento e le colture in Umbria, ed il manifatturiero nelle Marche, hanno segnato un drammatico stop. Ma nella notte il ‘martellamento’ non ha mai smesso di farsi sentire: dalla mezzanotte sono state decine le scosse:la più forte di magnitudo 3.5- registrata dall’Ingv stamattina alle 7:08 – e i comuni più vicini all’epicentro sono stati quelli di Pieve Torina, Fiordimonte e Pievebovigliana, nel maceratese. Poi, alle 7:07, un’altrascossa di magnitudo 3.4: in questo caso i comuni più vicini all’epicentro sono stati Norcia e Cascia, in provincia di Perugia. Ciò che lascia esterefatti è però lo studio effettuato dall’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Irea-Cnr), il cui direttore, Riccardo Lanari, ha spiegato che il terremoto del 30 ottobre “ha deformato un’area di circa 1.100 chilometri quadrati, un’estensione pari a 30 chilometri per 40 chilometri per lato” e, addirittura, la violenta scossa di magnitudo 6.5 registrata domenica scorsa “ha spostato la città di Norcia di 30 centimetri verso Ovest, ovvero gli edifici di Norcia sono stati spostati sotto la forza della scossa di 30 centimetri in direzione Ovest. I dati sulla deformazione del territorio colpito dal sisma sono arrivate ieri, 1 novembre,dai radar dei satelliti Sentinel-1 del programma europeo Copernicus. Ieri finalmente – spiega ancora Lanari abbiamo avuto le immagini di Sentinel-1 che hanno inquadrato tutta l’area complessiva colpita dal sisma del 30 ottobre. Ora – prosegue lo studioso -raffineremo ulteriormente queste informazioni visto che, stanotte, sull’area terremotata passa anche il satellite giapponese Alos2. Una volta acquisiti anche i dati del satellite nipponico, “tutte queste informazioni verranno trasferite ai modelli geofisici che andranno a studiare le deformazioni in profondità, cioè a 8-10 chilometri nelle viscere della terra, per capire in profondità che cosa è successo a causa di questo terremoto. Le nostre osservazioni con i satelliti sono infatti osservazioni in superficie, ora bisognerà chiarire le deformazioni nel sottosuolo – aggiunge ancora Lanari – La zona di Castelluccio – ad esempio – ha subito una forte deformazione verticale, un abbassamento almeno di 70 centimetri, mentre la zona di Norcia si è sollevata di circa 10-15 centimetri, ciò vuol dire – spiega ancora lo studioso dell’Irea-Cnr – che c’è una deformazione molto articolata con spostamenti sia verticali che orizzontali”. Il direttore dell’Irea-Cnr segnala infine che”a causa delle notevoli entità delle deformazioni avvenute, è possibile che gli spostamenti rilevati siano sottostimati anche di un 30%, ma tali effetti saranno corretti grazie alle nuove acquisizioni già previste nei prossimi giorni, in particolare – ribadisce – quelle del sensore radar che opera in banda L a bordo del satellite giapponese Alos-2 che passa stanotte sulle aree terremotate”.

    M.