Lo spread arriva a sfiorare i 330 punti

    Lo spread tra Btp e Bund tedeschi arriva a toccare i 330 punti base dopo i primi istanti dall’apertura delle borse. Il differenziale dello spread, tra bond decennali italiani e tedeschi – indicatore del grado di fiducia di un Paese dell’Unione presso i mercati, è giunto a sfiorare 334 punti sui monitor di Bloomberg, al livello più alto dalla primavera di cinque anni fa, per un andamento del titolo nostrano al 3,7% (top dal febbraio 2014). Pronti gli effetti di questa accelerata dello spread su Piazza Affari, che nei primi attimi teneva meglio degli altri titoli, tutti deboli. Le banche sono divenute oggetto di una scarica di vendite con alcuni listini – come Banco Bpm – sospesi in ribasso di più del 4%. Il Ftse Mib ha fatto segnare un calo dell’1,4%. Anche le altre Borse europee scendono in picchiata, in linea con la flessione generale dei listini sui quali influisce l’andamento del reparto tecnologico statunitense. Londra cala dello 0,36%, Francoforte dello 0,96%, Parigi invece dello 0,66%. Il Tesoro non ha ricavato certo buone notizie dalla prima giornata di vendita del Btp Italia, con ordini a un livello così inferiori che non si intravedevano dal 2012: sono state registrate vendite per poco più di mezzo miliardo di euro nella prima giornata, al cospetto degli oltre due miliardi del debutto nella primavera scorsa. Stamane è in programma la seconda apertura dell’offerta dedicata al titolo. Giovedì toccherà agli istituzionali, ma su questo si avverte l’ombra del giudizio della Commissione Ue – che verrà espresso domani – sulla manovra economica italiana, che da quanto previsto verrà bocciata e potrebbe ulteriormente rendere difficile la relazione tra Roma e le borse. Sul Ftse Mib tiene banco il progetto industriale di Enel, che per l’annata 2019-2021 punta su 27,5 miliardi di investimenti (+12%) sul comparto rinnovabile e sulla clientela. All’alba la Borsa di Tokyo ha chiuso in discesa, affaticata non solo dalla felssione del tech ma anche dal crollo delle azioni Nissan e Mitsubishi dopo lo stop del presidente della join venture automobilistica che si protrae anche a Renault, Carlos Ghosn. Il titolo Nissan ha perso il 5,45% a 950,7 yen; Mitsubishi Motors il 6,84% a 680 yen. A conclusione delle vendite, il Nikkei ha lasciato sul terreno l’1,09% e l’indice più ampio Topix è sceso dello 0,73%.