Manovra: il comma 103 che cambia il codice stradale

    A scagliarsi contro la norma che consente l’accesso nelle ztl ad auto elettriche ed ibride,  sono non solo i gruppi organizzati di pedoni,  ciclisti e ambientaliste (oltre 30 quelle che hanno diramato un comunicato congiunto dove ribattezzano il comma 103  “una mostruosità che riporta indietro il Paese di almeno 50 anni, cancellando con due righe improvvisate i risultati raggiunti in decenni su mobilità sostenibile”) ma le associazioni di categoria di autisti di autobus e quelle per la salvaguardia del patrimonio storico e artistico perché i centri storici delle più importanti città italiane sono già riempite dalle auto, il traffico andrebbe diminuito, non aumentato, tanto per per migliorare la qualità dell’aria ma anche lo spazio pubblico.E se il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Michele Dell’Orco, in un commento su Facebook, ha assicurato che il comma 103 “su accesso auto elettriche e ibride in Ztl non è del MoVimento 5 Stelle. Pronti a rivederla nel primo provvedimento utile”, attendendo questo ’primo provvedimento utile’, che potrebbe riguardare il Dl Semplificazioni, oggi si hanno due leggi statali che dicono cose diametralmente opposte: per il Codice della Strada i sindaci hanno l’ultima parola, per l’altra devono ’in ogni caso’ fare quanto deciso dal governo.A scoprire, tra i 1.143 commi della manovra 2019, quel comma 103, è stato Andrea Colombo,consigliere comunale di Bologna, già assessore ai Trasporti della città nella passata amministrazione. Il suo parere, che è anche avvocato di diritto amministrativo, è che “i Comuni potrebbero e dovrebbero interpretare la norma come non immediatamente applicativa perché nel testo quel ‘nel determinare’ va considerato come un’indicazione per le prossime delimitazioni di Ztl e isole pedonali. Insomma: per come è stata scritta, c’è lo spazio giuridico per considerarla valida per il futuro, non per l’esistente”.Intanto sul provvedimento, per Alberto Fiorillo, responsabile Aree Urbane di Legambiente, si “toglie di fatto la facoltà ai sindaci di decidere in tema di circolazione nelle città” .