MEDICINA – SESSISMO DA COMBATTERE: LE SALE OPERATORIE SONO ’PROIBITE’ ALLE DONNE CHIRURGHE

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    Da tempo immemore si sente parlare di ’baroni’ della medicina e della chirurgia, ma mai di baronesse: perché? La risposta, in merito all’esiguità delle chirurghe non sarebbe legata a chissà quale arcano mistero, se non a un mero, vergognoso, concetto maschilista: “una cultura sessista che rende la sala operatoria un ambiente ostile, che impedisce a molte donne di avere la stessa carriera dei colleghi maschi”. Non ha dubbi Jyoti Shah, leader delle chirurghe inglesi e, tanto per intenderci, neurochirurgo del Burton Hospitals Nhs Foundation Trust. Se in Italia (e parliamo del medioevo in fatto di maschilismo, in tutti i settori), le donne chirurgo sono una rarità se non in determinati settori molto più estetici – o veterinari – in Gran Bretagna costituiscono appena l’11% del totale dei medici che operano. “La chirurgia rimane ancora molto maschilista – fa notare giustamente la neochirurga britannica – e fa apparire questa specializzazione ancora come un ’club di vecchi ragazzi’ e come donna sei vista come outsider”. Un concetto sbagliato ma purtroppo radicato nella cultura occidentyale, tanto è che, come rivela una ricerca prodotta dall’Università di Exeter, ben il 68% delle specializzande in Medicina ritiene che la chirurgia “non è un carriera adatta al sesso femminile”. Il primo presidente donna del Royal College of Surgeons (Rcs), Clare Marx, sta lavorando per aumentare il numero di giovani ’camici rosa’ in sala operatoria, per questo ha lanciato un programma ad hoc. Fosse la volta buona che anche da noi si smuova qualcosa?

    M.